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 "Voglia di rinascita"

 

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"Razzista io? No! Omofob∂? Nemmeno!" Non lo è nessun∂, eppure sui social siamo ancora qui a discutere di "biancobravo/negrocattivo"  e di "due dello stesso sesso non sono una famiglia".

  Ma questi esempi sono solo la punta dell'iceberg. Ogni giorno, durante lo svolgersi della vita quotidiana, contemporaneamente subiamo quelle che chiamiamo "ingiustizie morali" e giudichiamo le persone, senza pensare che anche loro stanno subendo un'ingiustizia, e il carnefice siamo noi.

 Non puoi giudicare le vite degli altri, perché non ne sai proprio un cazzo della vita degli altri: è una frase pronunciata da Stefano Accorsi in "Radiofreccia" e non ne ho mai sentita una più azzeccata su questo tema. Lui si è messo ai microfoni e ha detto ad alta voce cosa gli aveva dato fastidio, ribadendo ciò a cui crede. Ma non è l'unico. E non succede solo nei film.

 Asia Argento, Alyssa Milano, Gwyneth Paltrow, Ashley Judd, Uma Thurman e Jennifer Lawrence (tra le altre) hanno deciso di essere stanche di dover subire molestie sessuali per poter avere un lavoro come attrice e stanche di aver paura di dire cosa era successo loro per paura di essere etichettate con "se la sono cercata". Si sono alzate e hanno dato vita al movimento #metoo che ha cambiato il mondo del cinema modificandone i comportamenti alla radice.

 Ashley Graham, Robyn Lawley e Loey Lane non ne potevano più di essere chiamate "ciccione". Kate Grant e Winnie Harlow di essere guardate con disprezzo solo perché hanno, rispettivamente, la sindrome di down e la vitiligine. Hoda Katebi di essere vista solo come "una di quelle che portano l'hijab". Si sono alzate tutte e hanno deciso di combattere quelle dure parole e quegli sguardi entrando in uno degli ambienti più chiusi per quanto riguarda pregiudizi e stereotipi: la moda.

 Un uomo che era di fronte a me in treno è stato lasciato dalla moglie e ha perso il lavoro perché "hai il cancro alla prostata...stai per morire". Lo hanno ucciso prima del tempo...e lui stava per dar loro retta. Ma poi si è alzato, ha fatto un viaggio lontano dalla sua città e verso il mare, ha trovato lavoro su una barca, e, quando l'ho incontrato, stava andando a rivedere, dopo vent'anni, la sua fidanzata del liceo, anche lei da poco single. Non so come sia finita, ma mi piace pensare che, insieme, abbiano creato momenti di vita capaci di superare anche la paura della morte.

Si alzano tutti, prima o poi...ci alziamo tutti. E se iniziamo a parlare di ciò di cui siamo vittime, possiamo anche renderci conto di ciò di cui siamo i carnefici. E iniziare ad abbattere pregiudizi e stereotipi...uno alla volta....insieme.

Ci tengo davvero tanto a questo. La mia webhouse è stata creata aperta anche per accogliere coloro che vogliono alzarsi e iniziare a parlare. Potete farlo anche con me, se vi fa piacere. #NoPrejudice #NoStereotypes

 

Coinquilin* di antinnocenza: