I rapporti più importanti per una donna sono quelli con madri, sorelle, amiche.
Sono le persone a noi più vicine, il riparo nei giorni di tempesta, il sorriso più sincero nei giorni di festa, eppure sono quelle con cui entriamo più spesso in conflitto.
Le madri sono quell'amore eterno che ci circonda, ma non sanno rispettare i confini quindi entrano in camera nostra, fanno domande, "si fingono" amiche ma poi sono capaci di punirci nel peggiore dei modi e di dire battutine che feriscono nel profondo. Sono complici ma possessive.
Le sorelle dovrebbero essere alleate e invece ci rubano gli abiti, fanno la spia, hanno dei privilegi di cui noi non possiamo godere.
Le amiche sono spesso il posto che davvero a volte chiamiamo casa perché alcune di loro sono "umanamente migliori" delle sorelle o delle madri, ma sono capaci di "rubarci" il fidanzato, sparlare di noi, voltarci le spalle.
In questo post, esploriamo i ruoli femminili che ci circondano, domandandoci in quale relazione entriamo con essi e, soprattutto, che tipo di madri, sorelle e amiche siamo noi.
Madri
Iniziamo proprio dal rapporto di complicità.
Sono state con noi per 7 stagioni a partire dal 2000, Lauren Graham e Alexis Bledel, nel serial "UNA MAMMA PER AMICA".
La prima è Lorelai, scappata dalla ricca casa dei genitori quando era incinta perché voleva vivere una vita indipendente. Ha cresciuto la figlia da sola, cercando di essere più un'amica che una madre, dato le è sempre mancato un rapporto di complicità con la propria.
É andata a vivere nella cittadina di Stars Hollow, in una comunità che la rispetta e la appoggia, specie il burbero gestore del locale dove prende sempre il caffè, Luke. Con la sua migliore amica Sookie lavora in una locanda.
È costretta a fronteggiare il passato quando la figlia ha bisogno di soldi per ricevere un'educazione che le permetta di realizzare il sogno di diventare giornalista e i genitori le impongono una cena a settimana come "risarcimento"... e durante quei venerdì, a tavola, si snoda non solo il tentativo di recuperare i legami spezzati, ma anche quello di far andare d'accordo due mondi che a prima vista sembrano incompatibili.
L'altra è Rory, studiosa e intelligente, con dei sani valori, anch'essa amata e rispettata. Sta crescendo, quindi nella sua vita entrano ed escono amicizie e ragazzi che le fanno battere il cuore. È anche costantemente in bilico tra l'essere "la brava ragazza di Stars Hollow" e il vivere esperienze che la portano lontano e alla ricerca di se stessa. La sua migliore amica è Lane, molto simile a lei, ma si trova anche a confrontarsi con Paris, che ha un carattere difficile e spigoloso. Allo stesso modo, si innamora di Dean, che l'ha vista crescere, ma è irresistibilmente attratta da Jess, che la ama ma la sfugge... e poi incontra Logan...
In "UNA MAMMA PER AMICA - DI NUOVO INSIEME" le rivediamo nove anni dopo l'ultimo episodio della serie tv, entrambe adulte, entrambe con delle decisioni da prendere.
Lorelai convive ma la sua storia d'amore continua a muoversi sugli stessi binari. Rory invece, dopo un promettente inizio, non ha avuto la fulgida carriera che tutt3 si aspettavano, così torna a casa per qualche tempo. A loro si aggiunge Emily, la madre di Lorelai che, rimasta vedova, deve gestire una nuova vita con vecchi rimpianti.
Intorno a loro, sempre Stars Hollow, l'immaginaria cittadina che è la quarta protagonista della storia, coi suoi strambi abitanti, le sue strane tradizioni e il suo creare una sorta di "guscio di protezione" da cui non si esce, anche se ci si allontana.
Riprendendo quindi i personaggi che già ben conosciamo, questa stagione aggiuntiva cerca di risolvere ciò che era rimasto in sospeso ma, siccome la vita segue direzioni impreviste, e quella delle Gilmore non è da meno, lascia un finale aperto...ma di quelli che possiamo comunque concludere con un po' d'immaginazione... perché il cerchio della vita tende a ripetersi.
(PS: Aggiungo un consiglio di cucina. Esiste un libro del 2017, scritto da Kristi Carlson, che è un vero e proprio ricettario dedicato alla serie, con commenti sugli episodi... un modo divertente per imparare a preparare i cocktail di Emily, le colazioni di Luke e le sontuose invenzioni di Sookie)
Ma la mamma più famosa che vive in una locanda è Norma Bates, che abbiamo conosciuta nel 1960 come presenza inquietante nel film "Psyco" di Alfred Hitchcock. Ci siamo sempre chiest3 chi fosse colei che era andata a vivere col figlio a White Pine Bay, in Oregon, in una casa imponente con attività annessa, condizionandogli la mente a tal punto. E il serial “BATES MOTEL” (2013-2017) risponde alle nostre domande.
Norma Bates è una donna ambiziosa: non vuole dipendere da nessunə e cerca ricchezza e reputazione perciò non esita a farsi valere e a conoscere chiunque la aiuti a raggiungere i suoi obiettivi.
Norma Bates è affascinante: Vera Farmiga è bravissima a darle un volto e un atteggiamento intrigante per farle ottenere quello che vuole.
Norma Bates ama suo figlio: sa che ha dei disturbi e dei problemi e gli vuole stare vicino, a costo di impedirgli di fare sport, frequentare le ragazze, prendere la patente.
Norma Bates ha paura della solitudine: non vuole essere abbandonata, soprattutto da lui, quindi lo manipola ogni volta che può. E Norman impara a fare la stessa cosa nei suoi confronti.
Norma Bates odia il suo passato: le sono successe cose orribili e vuole dimenticare e andare avanti. Perciò, ogni volta che si trova ad affrontare la realtà, preferisce far finta di nulla o andarsene.
Norma Bates vuole ottenere ciò che gli uomini ottengono: potere, soldi, un futuro sicuro… e non esita a usare metodi legali e illegali.
Norma Bates vuole. E Norma Bates ottiene.
Ma quello che non sa è che una buona madre deve anche essere capace di affrontare discorsi complicati e lasciare che il figlio sviluppi una propria personalità, o lui imparerà a pensare solo con la testa della madre. Quando questo inizia ad accadere, il rapporto madre-figlio cambia e assume toni molto pericolosi. Norman è sempre più rabbioso, lei lo accusa di essere la fonte dei suoi problemi e gli dice: “Tu mi ucciderai”.
(Ps: Segnalo l’episodio 5x6 che ci riporta al 1960, con una sorprendente Marion Crane e un finale totalmente inaspettato…)
Siamo tutt3 brav3 a giudicare Norma Bates e a dire: "Io non sarò / sono così"... preferiamo pensare a un ruolo di mamma sì protettivo, ma in modo sano.
La Christine Collins interpretata da Angelina Jolie in “CHANGELING” (film del 2008 di Clint Eastwood) è realmente esistita. Nel 1928, ma guardandola ho visto in lei tutte le madri i cui figli sono scomparsi e ancora non sanno il perché (mi ha ricordato casi come quelli di Denise Pipitone e Angela Celentano e Kata Alvarez, ben noti alla cronaca).
Christine, rispetto alle altre, si potrebbe ritenere fortunata: il figlio Walter è stato ritrovato. Al loro incontro è presente la polizia, la stampa, i dottori… tutt3 felici per l’incontro tra i due.
Ma Christine sa che quello non è il suo bambino. Una madre lo sa, lo sa sempre. Il problema è che nessun∂ le crede. Piuttosto che avere il minimo dubbio sul proprio operato, le forze dell’ordine preferiscono far credere che sia lei, quella pazza.
E infatti viene internata in un manicomio.
Christine è disposta a subire l’elettroschock pur di affermare la propria verità e non ha paura a mettersi contro chiunque, anche un feroce assassino, pur di ritrovare Walter.
A muovere questa madre è una sola parola: “speranza”. Non può rinunciare al suo affetto più caro. Non può lasciarlo solo. Per lei è inconcepibile vivere senza sapere cosa sia successo al suo bambino.
Eppure è anche questo parte del suo ruolo: dare a3 figl3 dei principi e lasciare che vadano per il mondo a vivere. Ma cosa succede se quel mondo è un contesto mafioso, dove omicidi, rapimenti e ricatti sono l'unico modo per conosci per sopravvivere?
Il serial “THE GOOD MOTHERS”, del 2023, in 6 puntate, romanza il contributo delle donne a questa lotta.
Donne che hanno deciso di ribellarsi. Non volevano più essere mogli che obbediscono, stanno in silenzio, fanno figli, cucinano, puliscono e vengono insultate e picchiate. Volevano la libertà di decidere per se e far vivere alle figlie un futuro diverso dal proprio o impedire ai figli di diventare dei killer. E sono diventate testimoni di giustizia contro la 'ndrangheta, la mafia calabrese.
La prima è stata Lea Garofalo, che ha vissuto sette anni nella paura che il marito Carlo Cosco trovasse lei e la loro bambina Denise. Poi, stanca di scappare e desiderosa di darle stabilità, torna a parlare con lui. Ma scompare.
Il procuratore Anna Colace decide di agire seguendo la strada tracciata da Lea e far parlare le donne perché accusino mariti, padri, fratelli, cugini e interrompano la catena di omertà e violenza che hanno innescato. Capisce la loro situazione perché anche lei vive nella costante paura di essere uccisa quindi sa chi contattare.
Giuseppina Pesce fa parte di un’altra pericolosa famiglia. Viene arrestata e si rende conto che, siccome ha tradito il marito, non rivedrà più i figli.
Maria Concetta Cacciola sogna di evadere dal suo nucleo familiare (vive come una reclusa da anni, da quando il marito è in carcere, ed è controllata a vista) e usa i social per farlo. Il padre la chiama zoccola e puttana picchiandola senza pietà e la madre non la difende.
Decidere di collaborare, per Giusy e Cetta, è una scelta difficile, perché devono abbandonare la famiglia e vivere sole, senza i figli o coi figli che non sopportano la nuova condizione. Denise, che ci è già passata, deve invece imparare a vivere con il ricordo della madre e col padre che l’ha assassinata. Non è facile, Ci vuole coraggio. Ma queste donne l’hanno dimostrato.
Il coraggio arriva perché l'istinto materno non si improvvisa. E' qualcosa che fa parte di te e, se ce l'hai, diventi mamma per chiunque ti stia intorno.
Pedro Almodovar lo sa molto bene e nel film del 1999 "TUTTO SU MIA MADRE" ci presenta madri biologiche e madri "improvvisate".
Manuela ha avuto un figlio da un uomo che se n'è andato per seguire la sua identità transessuale e, ora che il ragazzo è morto, va a cercarlo per dirgli della sua esistenza.
Agrado è l'unica amica che incontra a Barcellona e che sa cosa significa "essere una vera donna": "L'unica cosa autentica che ho sono i sentimenti e i litri di silicone"
Rosa è una madre che non è pronta ad affrontare la responsabilità che la aspetta da sola, così si circonda di una famiglia di donne.
Huma non è madre ma quell'istinto ce l'ha e lo rivolge a tutt3 coloro che la circondano: "C'è gente che pensa che i figli si facciano in un giorno, però ci vuole tempo, molto, per questo è così terribile vedere il sangue di un figlio versato per terra. Un ruscello che scorre per un minuto eppure a noi è costato anni. Quando ho scoperto mio figlio giaceva lì, in mezzo alla strada. Ho immerso le mani nel sangue e le ho leccate con la lingua, perché era mio, gli animali li leccano no? Non mi disgusta mio figlio, tu non lo sai cosa sia. In una custodia di cristallo e topazio metterei la terra imbevuta del suo sangue..."
L'amore di una madre è immenso e può sopportare tanti dolori.
Rachel ha problemi a scuola e dice molte bugie così la madre Lilly la manda a vivere per un pò dalla nonna Georgia, in campagna.
Tanto Rachel è ribelle quanto Georgia è rigida e severa… e Lilly cerca di destreggiarsi come può, rifugiandosi sempre più spesso nell'alcol.
In "DONNE, REGOLE... E TANTI GUAI" (film del 2007 di Garry Marshall), Lindsay Lohan, Felicity Huffman e Jane Fonda mettono in scena tre generazioni per spiegarci quanto siano difficili le relazioni di famiglia quando non sono stati stabiliti confini e limiti.
Ci vorrà un'estate intera per far loro comprendere come migliorare la propria vita, iniziando a interagire le une con le altre e con persone diverse…con veri valori.
Dovranno imparare a guardare oltre se stesse e oltre la superficie…non è facile ma è l'unico modo per smettere di tormentarsi per il passato.
Prendendosi cura le une delle altre.
E dicendosi "Ti voglio bene"
La vita di una madre è complicata, non possiamo negarlo, ma cosa succede nella vita di una donna che perde un figlio?
Martha Weiss è sposata con Sean e stanno per avere una bambina. Hanno scelto un parto naturale, in casa. Quella sera però la ginecologa a cui si erano affidati non c'è e viene un'ostetrica ad aiutarli. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi ma dopo qualche minuto la piccola smette di respirare.
Il parto di Martha è quasi in tempo reale: viviamo con lei il dolore, la preoccupazione e la gioia.
Dopo, attraverso dei salti temporali, vediamo ciò che resta di quell'evento: una donna bloccata, con una madre che cerca qualcun∂ a cui dare la colpa e un uomo che si rifugia nell'alcol (come già accaduto in passato).
È difficile per Martha ricalibrare la propria vita e non sentirsi in colpa e sostenere da sola il peso di quella sofferenza. La vediamo muta e silenziosa perché ha bisogno di tempo e non di parole. Ha bisogno di ritrovare se stessa e noi la vediamo farlo pian piano, scelta dopo scelta.
(Vanessa Kirby è Martha Weiss nel film "PIECES OF A WOMAN" del 2020 di Kornél Mondruzcó)
Martha Weiss ha perso la bambina ed è quasi impazzita dal dolore. Dominique invece ha due figli ma la sua salute mentale è comunque compromessa.
Quando leggiamo di un primo pugno in macchina, non pensiamo a una madre e a una figlia di sei anni.
Anche Morwenn non se lo aspettava, ma quel giorno comprende che non sarà l'ultimo.
Dominique vive sola con due figli (Morwenn ha un fratello, Gwendal) e ogni tanto, per sfogare rabbia e frustrazione, beve e usa contro di loro violenze fisiche ("sei (frustata) contenta (frustata) adesso? (frustata) ") e psicologiche. È l'unico "linguaggio" che conosce perché anche lei è cresciuta a botte e insulti e non si è mai fatta aiutare perché non ha mai ammesso con se stessa che ciò che le faceva il padre era sbagliato.
Agli occhi della bambina, la madre diventa "un mostro" che appare all'improvviso, senza nessun segnale di avvertimento, che vuole tutto e il contrario di tutto contemporaneamente e da cui non si può fuggire se non con la morte. Quando Dominique la mette sulla riva del fiume e le ordina di buttarsi, Morwenn è tentata: "Dopotutto ho nove anni e posso affermare senza ombra di dubbio che la mia vita fa schifo e non migliorerà di certo".
Ci prova, ogni tanto, a scappare, ma viene sempre riportata a casa finché, a 15 anni, dopo una bocciatura che le è costata insulti, schiaffi, una doccia gelata, la testa tenuta sott'acqua e colpi dappertutto con ciò che la madre ha sottomano, parte per Roma, dove vive il padre: se la accoglierà volentieri, passerà un po' di tempo con lui, altrimenti viaggerà per il mondo occupandosi di musica, la sua unica ancora di salvezza: "Non ho soldi, non ho un piano, sono troppo felice".
(Morwenn Moguerou è il vero nome di Ema Stockholma, che racconta la sua infanzia nel libro "PER IL MIO BENE". Harper Collins, 2020: "Ho voluto condividere la mia storia per dirvi di non farvi i fatti vostri")
Sorelle
Spesso a caratterizzare il rapporto tra sorelle è la gelosia, la competizione.
Inizia quando ancora non se ne rendono conto, perché vedono i genitori trattarle in modo diverso, così si danno da fare per voler diventare la preferita, causando, senza accorgersene, gravi fratture che vengono risanate col tempo... a volte con la terapia o a seguito di eventi traumatici.
Le sorelle Diana Baylor & Heather Evans sono bellissime e disturbate.
Diana fa strani sogni che forse nascondono un passato di violenze, è eterea e fragile, vestita di nero o di colori pastello, quasi senza trucco.
Heather soffre di ebrezza patologica, è sensuale e decisa, sempre elegante, vistosa e ben pettinata... inappuntabile. È impossibile non rimanerne attratti.
Hanno avuto un padre difficile e Heather ha un marito altrettanto complicato e manipolatore, mentre Diana è sempre sola coi suoi pensieri e i suoi sogni.
L'unico uomo in grado di aiutarle sembra lo psicologo Isaac Barr. Ma forse non è un caso che sia entrato così intimamente nelle vite delle due donne, che sono vittime e carnefici per chiunque si avvicini troppo.
(Uma Thurman e Kim Basinger sono Diana & Heather in "ANALISI FINALE", film del 1992 di Phil Joanou).
Jane & Blanche Hudson sono sorelle piene di talento.
Da piccole, era Jane quella che stava sul palcoscenico: una bambina prodigio per la quale era stata addirittura creata una bambola a grandezza naturale. Come accade però in molte baby star, la fama può dare alla testa e diventano capricciose ed esigenti... anche alcolizzate, se smettono di ottenere applausi. Ed è quello che accade a Jane.
Diventa invidiosa di Blanche, indubbiamente più seria e composta, capace di scegliersi i ruoli adatti, di rimanere coi piedi per terra e sempre gentile con fans e troupe. Anche con la sorella, esigendo per contratto che anche lei continuasse a girare pellicole.
Una sera, dopo una festa, le due vanno a sbattere contro il cancello di casa e Blanche rimane paralizzata. Jane la accudisce, ma non è premurosa e affettuosa, bensì fa di tutto per sbarazzarsi di lei pur di tornare sul palcoscenico e riconquistare ciò che pensa le sia stato portato via..
(Bette Davis & Joan Crawford sono Jane & Blanche Hudson nel film "CHE FINE HA FATTO BABY JANE?" di Robert Aldrich, 1962)
A far litigare Jane e Blanche sono le diverse personalità. Immaginati cosa potrebbe succedere se le sorelle non fossero due ma sette e con personalità tutte diverse.
Sabato è la vanitosa, Giovedì è la ribelle, Martedi è una tossica, Lunedì ha una personalità calcolatrice, Mercoledì è la sportiva, Venerdì è una hacker, Domenica le accudisce tutte. Sono sette ma hanno una sola vita perché, seguendo la Legge del Figlio Unico, non potrebbero esistere.
Nel 2073, infatti, le nascite sono controllate tramite un braccialetto, che spetta solo ai primogeniti; dai secondogeniti in poi i bambini e le bambine vengono messi in stato di sonno criogenico in attesa di essere risvegliat3 quando il problema del sovrappopolamento sarà risolto.
Terence Setttman però ha trovato un modo per tenersi tutte e sette le figlie gemelle, che si scambiano il braccialetto della madre morta e possono uscire di casa solo nel giorno del proprio nome.
Le ragazze hanno dunque personalità diverse ma un'unica vita da vivere e ogni sera chi è uscita racconta alle altre cos'è accaduto nei minimi dettagli perché possano procedere parallelamente ("Quello che accade a una, accade a tutte voi", ripete sempre loro il padre) e, all'occorrenza, sostituirsi a vicenda.
Una sera, Lunedì non rientra e il suo bracciale risulta disattivato. Martedì vive la giornata al suo posto e dopo poco anche il suo bracciale viene disattivato, ed è rapita da Nicolette Cayman (l'ideatrice della Legge), che ha scoperto tutto e va in cerca delle altre sorelle...
(Noomi Rapace è "SEVEN SISTERS" nel film del 2017 di Tommy Wirkola, che ci fa ragionare su somiglianze e diversità, su unicità e identità, ma soprattutto su come non sia possibile scegliere solo certi esseri umani e rifiutarne altri. È la collettività a dare linfa vitale al genere umano e il film mostra come sia fondamentale per la sopravvivenza non trascurare nessun∂ e come sia importante ogni singolo contributo, anche se sembra insignificante)
Anche Leni e Gina sono gemelle.
Leni vive in Virginia, in campagna, ha sposato Jack e ha una figlia. Gina vive a Los Angeles, in città, ha sposato Charlie ed è una donna in carriera. Le due si sentono spesso: tengono un diario online e si raccontano tutto.
Quando Leni scompare, Gina corre a Mount Echo per scoprire dove sia. E a quel punto tutti i segreti delle due sorelle emergono. Partendo dal fatto che ogni anno, per il loro compleanno, si scambiavano le vite.
Diventa quindi un gioco complicato e pericoloso (ci sono anche di mezzo degli omicidi) scoprire quale sia la sorella cattiva e quale quella buona, perché chi sta loro intorno conosce solo la verità che le due hanno raccontato.
(Michelle Monaghan recita nel doppio ruolo di Leni e Gina nella serie “ECHOES”, 1 stagione)
Amiche
Un'amica spesso è qualcosa di più di una sorella o di una madre... è un'anima gemella. Una donna che senti affine e parlare con lei è come parlare con te stessa.
Ci sono molte canzoni, storie, film e serie tv sull'amicizia, e qui ne vedremo qualche esempio, ma non ne esistono quando si tratta della rottura di un'amicizia. Quando la donna che sentirvi parte della tua vita decide di non vederti più, non c'è un esempio in cui ti puoi rifugiare.
Anzi, spesso non sei nemmeno legittimata a provare dolore, perché "non è come quando vieni lasciata... di amiche ti giri e ne trovi quante ne vuoi". Non è vero. Non è affatto vero. Se l'amore ti lascia, un'amica è pronta ad asciugarti le lacrime e offrirti una serata di consolazione... ma se ti lascia un'amica??? Non puoi fare niente, solo stare lì a rimuginare sul perché è accaduto. Anche se vi incontrate e vi date una spiegazione, dentro di te rimarrà sempre un irrisolto sul come si sia passati da anime-gemelle-bff-forever al nulla.
Costruire un'amicizia è complicato quanto costruire un amore. Ci vogliono impegno, pazienza, dedizione, compromessi, comprensione. Invece spesso abbiamo la tendenza a sottovalutare un'amicizia e pensare che durerà per sempre solo perché esiste. Risulta invece fondamentale, proprio come in una relazione amorosa, costruire le regole dell'amicizia, comunicare, confrontarsi per capire quali sono i desideri e le richieste.... anche se si ha paura delle risposte e di essere inopportune. Per avere accanto la giusta anima gemella.