È il praticare una censura in nome del "politically correct".

 Nel post "Ti cancello" ho parlato dell'odierna facilità con cui eliminiamo dalla nostra vita le persone, spesso senza un vero confronto di chiarimento.

 In questo caso parliamo dell'eliminazione di ciò che potrebbe offendere la morale comune.

 Ho sentito parlare di censura cinematografica a "Via col vento", "Grease" e "Ultimo tango a Parigi" e letteraria per "Il Decamerone" e "Huckleberry Finn" fra gli altri. Argomenti come sesso e razzismo non devono più apparire... devono essere tagliati e nemmeno nominati, come il cattivo di Harry Potter (credo anche questo libro rientri nella lista). 

 Ma non è tagliando parole e pellicole che si risolve il problema. Si risolve con l'educazione e l'insegnamento della storia.

 Un personaggio della soap "Un posto al sole" così ha commentato: Le idee che non condividiamo non vanno cancellate, ma interpretate. Non è con la censura che si ottiene una società più giusta. Così si cancella la libertà d'espressione oltre che l'arte e la storia. A riportare le parole è un editoriale de "Il foglio" in cui si evidenzia come la retorica prevalga sul buon senso sia in televisione che sui giornali.

  Purtroppo le discriminazioni fanno parte della storia ed è solo valutando le opere culturali con occhio critico che si possono comprendere certi errori e non ripeterli. Il sesso invece è fonte di gioia: se si insegna il rispetto e il consenso anziché lasciare che ogni ragazzin∂ impari per sentito dire, sarà vissuto con consapevolezza e senza tabù e/o concezioni distorte.

Cancellare la cultura significa privarci degli strumenti per comprendere i comportamenti e distinguere quelli corretti da quelli no.

Il politically correct dovrebbe aiutarci a usare il linguaggio in modo più consono e rispettoso, non a non usare il rispetto e la tolleranza.

Se cancelli la cultura, lasci che sia l'ignoranza a dilagare. E con essa il conformismo, l'intolleranza e la violenza. Mi sembra che ci stiamo già muovendo in quella direzione.