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 "Parole per Giulia"

 

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ti proteggo io

"Non preoccuparti... ci penso io a te... non ti lascerò più sol∂".

 Il senso di protezione ci accompagna da sempre. Nasci e già hai bisogno di persone che si occupino del tuo cibo, dei tuoi dolori, del tuo sonno... del tuo vivere. Gliene sei così grat∂ che questo stesso sentimento lo applichi a chi vuoi bene... quasi nello stesso modo.

 Perciò proteggi marito, moglie, fidanzat∂, figli, amic∂ dai pericoli della vita. O, meglio, da quelli che tu ritieni i pericoli della vita.

  Ma sappi che la tua scala di valori non è universale. Ho visto persone fabbricare scarpine al cane perché non prenda freddo ed altre lasciar scorrazzare i figli a piedi nudi perché si temprassero calpestando vetri.

 Il senso di protezione è "un'arma a doppio taglio". Pensaci un attimo: dici che non vuoi che ad altr∂ succeda ciò che è successo a te perciò "sguaini la spada" e, "ad ogni costo", impedisci a chi ami di... vivere la sua vita.

 Non te lo vuoi sentire dire (lo so perché nemmeno io voglio sentirmelo dire) eppure da certi dolori ci devi passare. Perché (ebbene sì certi proverbi hanno ragione) ciò che non ti uccide ti rafforza.

 Il senso di protezione protegge dunque chi protegge, non chi deve essere protetto. E mi scuso per il gioco di parole. Sfoderandolo, chi protegge sa di aver fatto il suo dovere e che per questo sarà giudicat∂ una brava persona. E si mette tranquill∂.

 Chi deve essere protetto rimane lì a domandarsi perché deve rinunciare a quell'esperienza di vita... perché non gli/le sia concesso sbagliare... cosa ci sarebbe di tanto pericoloso se lo facesse. E lascia perdere, perché vuole dimostrarti che ha cieca fiducia nel tuo senso di protezione. Mette così una paura al posto di un tassello della sua vita. E quello che succede è che la prossima volta che si troverà di fronte una situazione simile, sarà con l'ansia alla gola, terrorizzat∂ dalla cosa in sé e dalla paura di deluderti... e sarà peggio. Più muri di paure ergi, più l'autostima fa fatica a travalicarli.

Ma il senso di protezione ha anche un lato oscuro ben peggiore di questo. Il lato oscuro è il senso di possesso e di controllo. Se ti proteggo da un pericolo, ogni volta che quel pericolo si presenterà nella tua vita tu chiamerai me. Se ti proteggo da tanti pericoli, la tua vita dipenderà da me. Io di certo mi sentirò utile, di valore, amat∂...ma tu come ti sentirai invece??? Non di certo protett∂, ma dipendente e senza una volontà.

La domanda a questo punto è: dov'è il limite del senso di protezione? quando è troppo? come donarlo nella giusta misura?

Il senso di protezione sta nel permettere a chi vuoi bene di sbagliare. Dici la tua opinione contraria, ma devi permetterglielo. Ed esserci se e quando sbaglierà.

Proteggere non vuol dire mettere le persone sotto una campana di vetro e nasconderle dal resto del mondo, ma lasciarle camminare nel sole (come cantava Cyndi Lauper) e stare al loro fianco ad ogni passo, per correggere la strada insieme, col loro consenso. 

Chi protegge deve insomma rinunciare ad una fetta della propria autostima per donarla a chi deve proteggere. Sei capace di farlo... per amore? 

 

Coinquilin* di antinnocenza: