Questo io lo chiamo "occhio clinico"... è quello il cui unico compito è cercare errori.
Errori di grammatica e di ortografia certo, ma anche, e soprattutto, errori di comportamento.
Questo è il mio, ma ce l'abbiamo tutt∂. É implacabile e non riposa mai. Scruta chiunque ti circonda, soppesando ogni particolare, e giudica.... giudica in ogni momento.
Perché sei vestit∂ così, perché ti comporti così, perché hai detto così, come mai hai fatto quelle scelte di vita, che persone frequenti, che profumo hai addosso, che lavoro fai... non gli sfugge niente... mai.
E la persona a cui è diretto il suo sguardo ha la certezza di essere sotto esame. E, proprio come accadeva a scuola e l'occhio clinico era quello dell'insegnante, sa che verrà sgamat∂... che sarà interrogat∂ proprio sull'unica cosa che non ha studiato e non ha capito... e per quel genere di errori c'è solo la bocciatura. L'essere additati pubblicamente fra le risa. Un cappello da somaro che resterà addosso per sempre.
E così, anche se siamo uscit∂ da scuola da un pezzo, continuiamo ad aggirarci tra la gente con quella certezza. Abbiamo l'impressione che quell'occhio ci scruti, e non è quello del Grande Fratello che ci porterà a essere intervistati nei salotti televisivi e sui magazine, ma è quello che sa davvero cosa c'è di sbagliato in te. E, da bravo spione, lo dirà a tutt∂. Non potrai più scappare.... chiunque incontri saprà la verità su di te, su quanto sei debole e insicur∂ e fragile.
Vuoi sapere come la penso??
Chi se ne frega, ecco come la penso.
Quell'occhio non è fuori di te. Quell'occhio sei tu. Sei tu che ti metti continuamente sotto esame e che spalanchi quell'occhio alla ricerca di qualcosa di irrimediabilmente sbagliato in te.
Quanto a chi ti circonda...bè, in realtà non ti guarda nessun∂...sono troppo impegnat∂ col proprio occhio clinico, che scruta implacabile alla ricerca dei loro errori.
Il consiglio quindi è quello di usarlo a tuo vantaggio. Ora che sai che sei tu a guardare (e a giudicare gli altri solo per non sentirti la cattiva persona che pensi di essere, ma per mostrare al mondo che c'è di peggio), indirizza meglio il suo sguardo.
Fagli cercare la bellezza che è in te. Sofferma il suo sguardo sulle caratteristiche positive che hai. Lascialo bloccato lì, senza rivolgerlo con cattiveria altrove. Fagli capire che le persone da cui sei circondat∂ sono deboli e insicure e fragili tanto quanto te e che giudicarle con malvagità non ti farà stare meglio. Mostragli cosa significa essere compassionevole e a guardare davvero, non a dare una prima occhiata distogliendo lo sguardo. Spiegagli come usare il suo potere per vedere il bello anche negli altri e metter loro davanti lo specchio per vederlo.
L'occhio clinico rimarrà implacabile. Ma non ci farà più tanta paura. Potremo smettere di scappare da noi stess∂. E ridere pure del nostro cappello da somaro. Un giorno, potremmo anche andare fier∂ dei nostri errori...