Si dice che da adult3 non si debba mai perdere la dimensione del gioco.
Non dobbiamo cioè dimenticare la leggerezza che ci caratterizzava da bambin3.
In quella fase infatti tutto era trasformabile in un gioco: "Facciamo che io sono questo e tu sei quest'altro? [-] Facciamo così e così e vediamo chi vince". Ci inventavamo ruoli e regole... che ovviamente cambiavano al turno successivo: chi era guardia diventava ladro, se all'andata non si poteva correre, al ritorno sì.
Quei giochi ci hanno aiutato a crescere perché basati sul confronto.
Interpretare un personaggio significa mettersi nei panni altrui e scoprire i suoi sentimenti mettendo in scena le sue reazioni. Ne provi gioie e dolori e impari cosa prova davvero la mamma, il papà, l'amic∂ preferit∂, il re, la principessa, il cowboy, l'astronauta.... Credo sia in quel momento che ti fai un'idea su "cosa vuoi fare da grande": ti osservi e guardi quali caratteristiche senti proprio tue e che vorresti avere per sempre.
Gli altri giochi erano per lo più prove di forza, di resistenza e di abilità. Chi per prim∂ prende la bandiera, arriva al traguardo senza farsi prendere, riesce a sedersi su una delle poche sedie rimaste o supera un percorso o un labirinto pieno di ostacoli esterni o attaccati al corpo (bendat3, col sacco, con una palla ecc). Indubbiamente un ottimo esercizio ginnico: ai bambini basta giocare tutto il pomeriggio e hanno già smaltito tre fette di pane e cioccolata, due gelati e un succhino. Ma sulla loro valenza psicologica, personalmente ho qualche dubbio.
E non lo dico perché sono adulta e li vedo con distacco e presunzione.... io non li sopportavo nemmeno da piccola... molto probabilmente perché di molti di essi sono diventata spesso vittima. Qualche esempio?
Nascondino. Il peggiore di tutti. Devi cercare di camuffarti come meglio puoi... sembrare invisibile. Attenzione, sembrare, perché se diventi troppo invisibile gli/le altr3 si dimenticano che esisti e continuano il gioco senza mai venire a cercarti. E alla fine è umiliante. Quindi devi sì nasconderti ma anche saper mostrarti al momento giusto. E c'è chi quel momento giusto non lo azzecca mai...
Caccia al tesoro. Qui ti servono arguzia e intelligenza. La tua stupidità può essere presa in giro per anni, perché per colpa del fatto che non sai risolvere un quiz semplici tutta la banda ha perso un tesoro prezioso.
Rubabandiera. Innanzitutto, devi correre. E poi devi essere pront∂ all'annullamento fisico dell'avversari∂. Vale tutto. Tirare-capelli. Strappare-magliette. Fare-sgambetti. Almeno nella boxe impari qualche mossa per difenderti e parare...a rubabandiera puoi solo sperare... e tentare fino all'ultimo di consegnare a qualcun∂ della tua squadra il fazzoletto. (Io ho sempre fatto quella che tiene la bandiera e chiama i numeri.... hai il potere in mano e zero sforzo).
Palla prigioniera. Ottimo antistress che proporrei anche in certi ambienti di lavoro. Per mettere l'avversari∂ al tuo servizio basta colpirl∂ con la palla. Traduzione: tiri una cannonata più forte che puoi addosso a chi odi. La frattura di una costola è un'opzione moralmente accettata.
Regina reginella & 1,2,3, stella (o meglio, stai là, come trovi spiegato nel post dei falsi ricordi). Chi fa la conta detiene il potere assoluto. Se sei tu, puoi fare avanzare o retrocedere chiunque te lo chieda e andare avanti per ore. Molto utile per imparare come funzionano le gerarchie nei posti di lavoro ad esempio. Tanto si sa che alla fine vincerà l'amic∂ o linnamorat∂ di chi fa la conta.
E potrei continuare con altri esempi ma per ora mi fermo qui, perché il concetto è chiaro. Scrive Edoardo Albinati ne "La scuola cattolica" (Rizzoli, 2016): Ricordo giochi drammatici e conturbanti a cui erano affibbiati nomignoli come "nascondino" o "acchiapparella", che non dicono niente dell'immane frustrazione, anzi, della disperazione di chi veniva scoperto o fatto prigioniero, perché non era stato abbastanza svelto o abbastanza furbo, la vera vittima di quei giochi crudeli, e doveva contare sulla velocità e lo spirito di sacrificio di qualche altro compagno per essere liberato.
A formare il tuo carattere, la tua personalità, la tua forza e la tua autostima sono dunque sì la scuola e l'ambiente in cui vivi, ma soprattutto le "torture" che ti erano inflitte all'intervallo o nelle ore pomeridiane.
LINK DI APPROFONDIMENTO
E' successo di certo.... me lo ricordo