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Sai, quand'ero piccola mi piaceva un casino vedere, d'estate, più cantanti possibili. Adesso invece mi interessano molto i comici (David Riondino, Freak Antoni, Paolo Hendel, Maurizio Milani, Antonio Cornacchione...), anche se i miei preferiti sono quelli dall'umorismo molto fine e sottile, a volte persino non compreso, come il grande Luttazzi. Sono bravi perché a cantare ci riescono quasi tutti, a far ridere no. Ci vuole più cultura.

Il 1993 è uno di quegli anni pre-Zelig. Da lì in poi, i comici in televisione sono diventati la norma. Ho letto anche di Eccezionale veramente, un talent show a loro dedicato. Prima...il nulla. Quelli coraggiosi stavano a Mai dire gol, L'araba fenice, Su la testa, Avanzi, ecc. e il coraggio stava nel poter fare ironia su tutto e tutti, senza nessun filtro. Alcuni di loro, come appunto Daniele Luttazzi, sono anche stati allontanati per aver esagerato. Io non ci ho mai visto niente di male...diceva ciò che pensava con ironia tagliente, come tutti gli altri. Per fortuna ha trovato asilo in un giornale che si chiamava Comix, impostato dapprima come un quotidiano e poi come un albo, che conteneva fumetti e monologhi spassosi. E in uno di questi Daniele ha scritto quella che per me è una delle storielle più intelligenti mai udite. Ve la posto, così potete pensarci con calma (nel caso non ci arriviate subito):
Babbo Natale giaceva riverso sull'asfalto innevato, a 50cm dal suo occhio sinistro.
I passanti si scambiavano opinioni
- E' vivo o morto?
-Chi non lo è?
-Naturalmente.

Coinquilin* di guardopenso: