Le pornostar mi hanno sempre incuriosita.
Sono una persona più mentale che visiva, per cui preferisco avere fantasie sessuali che guardarmele già confezionate... almeno me le costruisco piacevoli, divertenti e super eccitanti!
Però ho sempre ammirato chi le mette in scena: sono persone coraggiose, che non hanno paura di infrangere tabù.
Attaccarle è bigotto e da mente chiusa: le male parole sono da riservarsi a chi uccide la moglie e violenta i bambini piuttosto che a queste donne che rendono felici gli altri.
E poi sembra un mestiere semplice (...basta aprire le gambe...e che cce vò?) ma non è vero: malattie, sfruttamento, botte, droga...è difficile restarne puliti.
Perciò, quando iniziai a vedere Moana Pozzi a "L'araba fenice" e al "Maurizio Costanzo Show", la ammirai.
Al di là della fisicità (che su di me non aveva molto effetto, ma era perfetta: proporzionata), mi piaceva perché era ironica e intelligente. Non come Cicciolina, che sembrava una bambola radiocomandata, ma una donna vera, con un fisico e un cervello: una di quelle combinazioni irresistibili che nel mondo dello spettacolo sono destinate a non durare.
Cosa che accadde: avendo frequentato le alcove politiche più influenti, era forse custode di segreti che non potevano essere rivelati, così alla fine preferì non esporre più il proprio corpo e prendersene cura da sola, consegnandolo al mito (le sue performances erotiche ora sono ricordate alla pari con le idee politiche che esprimeva e con l'ironia derivante dall'irresistibile imitazione proposta da Sabina Guzzanti).
Perché è questo che fa una vera pornostar: gestire verità e dignità senza filtri.
Il postporno fa proprio questo: diventa attivismo politico ed è gestito in modo da far comprendere che il piacere è universale, non solo maschile. Molte pornostar si dirigono da sole (la prima è stata Annie Sprinkle, nel 1982, la più famosa oggi è Erika Lust) e creano storie di sessualità inclusiva, che riguarda tutti i generi e tutti i corpi. Scrive Valentine aka Fluida Wolf in un libro che si chiama appunto "Postporno": Si parla di porno indipendente quando dietro non ci sono grandi interessi finanziari o compagnie; è etico perché queste piccole produzioni pongono spesso l’accento sui diritti di chi lavora per loro garantendo equità negli stipendi, protezioni durante il sesso e la crucialità del consenso; è femminista nel momento in cui decide di posizionarsi politicamente e dare visibilità al piacere e all’autodeterminazione di tutti quei soggetti da sempre oppressi dal patriarcato; è queer nell’offrire una rappresentazione della sessualità dei corpi e delle pratiche che travalica e rompe con il binarismo di genere.
La più famosa rivista pornografica è sempre stata "Playboy". La sua particolarità è quella di offrire allo sguardo del pubblico diversi tipi di ragazze, ma mai troppo volgari... la scelta era sempre su "la ragazza della porta accanto".
Il film "STAR 80" (1983, Bob Fosse - interpretato da Mariel Hemingway ed Eric Roberts) racconta la vera storia di una di esse, Dorothy Stratten.
Il manager Paul Snider la scopre a Vancouver e fa di tutto per portarla "alla corte" di Hugh Hefner e trasformarla nella playmate dell'anno.
Quello che non è chiaro è se fosse un piano per poter agganciare altre ragazze in quell'ambiente e assumerle a lavorare nei suoi locali oppure se credesse davvero in Dorothy e avesse poi capito che lei era brava e poteva aspirare di meglio, quindi l'avrebbe lasciato solo.
Quello che invece è chiarissimo è che Paul non si sentiva all'altezza del mondo di "Playboy" e nemmeno di Dorothy, per cui prima si è fatto sposare per controllarla, poi si è comportato in modo eccessivamente geloso e infine l'ha uccisa. Dorothy aveva solo 20 anni.
Lei era entrata nel mondo del porno con tutta l'ingenuità della sua età ed esso l'ha resa libera di essere se stessa e prendere decisioni per la propria vita. Avrebbe potuto aspirare ad altro, visto che il regista Peter Bogdanovich si è interessato a lei, ma l'ossessione sviluppata da Paul ha cancellato una probabilmente brillante carriera ma soprattutto la vita di una ragazza.