Ho un pensiero ambivalente riguardo la figura di Chiara Ferragni.
Da una parte non mi piace il suo esporsi minuto per minuto, lasciando alla privacy molto poco. In ogni momento la vedi allegra, estasiata, perfettamente truccata e pettinata, al punto che ti chiedi se sia vera. E ritengo soprattutto che sovraesponga il figlio, anche se non è molto diversa dalle mamme che riempiono non solo i social ma anche ogni singolo argomento di conversazione sulla propria prole (o sul proprio animale domestico) esaltandoli come fossero speciali.
Dall'altra ho un'ammirazione sconfinata per una ragazza di provincia che in pochi anni ha realizzato il sogno di lavorare nella moda: ora collabora coi più grandi brand ed è conosciuta in tutto il mondo. È una donna, è italiana, la sua carriera è stata oggetto di studio ad Harvard ed è stata riconosciuta da Forbes come l'influencer più importante...come si fa a non ammirarla, a non esserne ispirate, a non andarne fieri??
Così. all'uscita in streaming del suo documentario, "Chiara Ferragni Unposted", presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e diventato il "miglior debutto per un film italiano del 2019", ho deciso di guardarlo.
Ognuno ci vede ciò che ci vuole vedere: chi guarda lo sfarzo, chi gli abiti, chi la storia d'amore. Lo stesso ho fatto io. Quello che ho visto è il ritratto di una donna che supera le proprie problematiche da sola, pur traendo felicità e forza dalle relazioni umane, che sa di non essere perfetta ma che si mette comunque in gioco, sempre con la ferrea convinzione che tutto ciò che capita ha un significato ed è un insegnamento.
Guardandolo, l'ho collegato ad un altro interessante documentario, "The September Issue".
Girato nel 2009 e premiato al Sundance Film Festival, racconta il dietro le quinte del numero di Vogue di settembre, il più importante perché determina le scelte di tutto l'anno.
Anche qui c'è una donna caparbia, che sognava di dirigere la più importante rivista di moda del mondo e c'è riuscita: Anna Wintour.
Lo fa grazie al suo occuparsi di ogni aspetto di Vogue, parlando con gli stilisti e coi fotografi, con le modelle e con l'editore, convinta che ogni particolare trasmetta un'idea: l'ha imparato grazie alla sua educazione rigida e all'aver creduto nell'emancipazione (la Londra degli anni '60 è stata un'insegnante formidabile).
"Chiara Ferragni Unposted" e "The September Issue" sono due opere molto diverse, ma anche molto simili: non si tratta solo di moda, effimera e passeggera, ma di impegno e determinazione, che saranno ricordate per sempre.