Quanto sono affascinanti gli avvocati e le avvocate sul grande e piccolo schermo?
Ben vestit3, capaci di parlare e affascinare e conquistare… di far cambiare idea.
Vorremmo anche noi aprire bocca e convincere chiunque, soprattutto severissimi giudici, dell'innocenza o della colpevolezza degli imputati…. vorremmo avere l’abilità di far cadere in contraddizione i bugiardi.
Vorremmo passare il tempo su quei libroni che contengono i casi presentati nei tribunali di tutto il mondo per capire se c'è un precedente.
Vorremmo rincorrere testimoni che possono ricordare "anche un piccolo particolare" che ci possa aiutare a risolvere il caso.
Il legal thriller ci propone figure straordinarie e complesse che val la pena conoscere.
Senza dimenticare però chi quello studio legale lo ha aperto davvero.
Come Clara Shortridge Sholtz, la prima avvocata della California (compilò lei stessa il Woman Lawyer's Bill, per aprire l'esame di abilitazione "alle persone" e non solo agli uomini bianchi di più di 21 anni), la prima donna a diventare vice procuratore distrettuale degli Stati Uniti, la prima a candidarsi come governatore.
Ha difeso le donne (è stata sostenitrice del suffragio femminile) e si è battuta contro la schiavitù, rimanendo in carica fino alla sua morte, nel 1934.
Annalise Keating è la combinazione brillante della mente di due donne.
Una è Shonda Rhimes, capace di mescolare personaggi molto differenti in un unico ambiente e farli interagire con legami facili a formarsi quanto a sciogliersi (suoi sono successi come "Grey's anatomy" e "Scandal"). L'altra è Viola Davis. Questo serial senza di lei non avrebbe la stessa combinazione di forza e dolcezza, di severità e fragilità.
Annalise Keating è infatti decisa, fredda, calcolatrice, spietata. Insegna diritto penale alla Middleton University (soprannominando il suo corso come il titolo originale della serie, ovvero "come farla franca dopo un omicidio") e si circonda di studenti brillanti che possano fare le ricerche per lei e aiutarla e risolvere i casi.
Gente pronta a tutto come Connor Walsh, che non disdegna di ricorrere a sotterfugi, Michaela Pratt, studiosa e ambiziosa, Asher Middlestone "il figlio di papà", Laurel Castillo, outsider e desiderosa di primeggiare, Wes Gibbins, fedele e sognatore. E poi ci sono i suoi fedeli collaboratori, Bonnie Winterbottom e Frank Delfino, che ha “salvato” da una vita destinata al fallimento, i quali ora le sono devoti al punto da essere veramente pronti a tutto per lei.
Nel corso delle stagioni il legame tra i personaggi si acuisce perché rischiano in prima persona e infatti sono sempre meno i casi esterni e ci si concentra sempre di più su come coprire le bugie che hanno raccontato dai tempi del primo cadavere.
Annalise stessa passa dalla prigione per omicidio alla Corte Suprema, dove si batte contro le discriminazioni. Rivelando sempre più un'estrema debolezza e un senso di colpa che la attanagliano ogni giorno e le danno la spinta per entrare in quell’aula di tribunale con maggiore determinazione.
In due momenti della serie la vediamo attaccata dai suoi ragazzi e attaccare se stessa: sono i peggiori epiteti quelli che sente e che ripete descrivendosi e la possiamo comprendere perché anche a noi spesso capita di giudicarci tanto terribilmente.
In più, ogni volta che si sente esasperata, Annalise toglie parrucca, trucco e ciglia finte, smette gli abiti costosi e torna dalla madre (una donna molto saggia ed estremamente comprensiva) per essere solo e soltanto Anna Mae.
(Viola Davis è Annalise Keating in “LE REGOLE DEL DELITTO PERFETTO” - serial del 2014 - 6 stagioni)
Ruth Bader Ginsburg è stata l'avvocata che ha "abbattuto più muri". Nessun altra poteva farlo perché fin dall'inizio della carriera è stata osteggiata in quanto figlia di immigrati, donna, moglie, madre, ebrea.
Ma è diventata una delle prime nove donne (su 552 studenti) ammesse ad Harvard negli anni '50, la prima a diventare ordinaria alla Columbia University, una delle prime cinque ad essere promossa Giudice della Corte Suprema (da Bill Clinton, nel 1993) ed è stata a favore dell'uguaglianza di genere quando ancora il tema non era in discussione.
Nel film "Una giusta causa" è raccontato il caso (che Ruth ha seguito all'inizio della sua carriera) di un uomo che non può detrarre dalle tasse le spese sostenute per occuparsi della madre gravemente ammalata perché la legge americana prevede che l'accudire sia un compito esclusivamente femminile. Ruth riesce a dimostrare l'incostituzionalità di questo principio e a pretendere un trattamento equo non determinato dal sesso (infatti il titolo originale ha il ben più significativo titolo "On the basis of sex").
Ruth parla liberamente davanti alla corte di razza e di genere, prendendosene tutte le responsabilità. Ed è quello che ha fatto nel corso della sua intera vita, causa dopo causa. Ha abbattuto i muri dei pregiudizi nelle aule prima universitarie e poi giudiziarie. Ha dimostrato che con studio, impegno e saldi principi si può lottare e vincere la discriminazione e l'intolleranza in nome della libertà.
(Felicity Jones è Ruth Bader Ginsburg nel film "UNA GIUSTA CAUSA" - 2018 - regia di Mimi Leder)