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 "Voglia di rinascita"

 

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 Negli anni 2000 siamo ufficialmente entrat3 in un nuovo secolo.

 Superato il millenium bug, credevamo di essere liber3, che i Maya avessero sbagliato, che saremmo sopravvissut3.

 Abbiamo lasciato da parte musicassette, rullini e floppy disk e iniziato a comunicare tramite e-mail e a comprare e vendere grazie all'e-commerce. Ci siamo apert3 al mondo anche in cucina, aggiungendo all'etnico il molecolare.

 Invece nel 2001 c'è stato l'attentato alle Torri Gemelle. Ed è letteralmente crollato tutto. 

 Poi sono arrivati i social network, facebook per primo, il cellulare pronto a fare i selfie. e ci siamo risollevat3. 

  Abbiamo quindi cercato, nelle nostre visioni cinematografiche, donne che ci dessero la forza di continuare, di lottare, di risollevarci, di comunicare, di esprimerci. Anche di vendicarci...

 

 

 

 

 

 

 

  Il primo motivo per cui amiamo Andy Sachs sono i suoi abiti. Una volta compreso che per far felice Miranda Priestly (il suo capo in "IL DIAVOLO VESTE PRADA", film del 2006 di David Frankel) deve vestirsi alla moda, ecco che la costumista Patricia Field la fa sfilare per le strade di New York e in ufficio con una haute couture da urlo che le abbiamo tutt3 invidiato.

Il secondo motivo è la sua tenacia. Trascorre ogni giorno vessata dalla direttrice di "Runway" (la più celebre rivista di moda del mondo): Un anno con lei ti consente di risparmiare anni e anni di gavetta perché, se hai talento, Miranda ti spedisce dritta al top.

Ma Andy in fondo è una di noi...e ha una pazienza limitata, visto che il prezzo da pagare sono perdere il fidanzato, la famiglia, le persone che le vogliono bene. Lei ti fa domandare: Quanto sono disposta a sacrificare della mia personalità e della mia vita privata pur di ottenere una carriera???

 La ragazzaccia anni 2000 se lo chiede spesso, e Anne Hathaway (e il libro di Lauren Weisberger da cui è tratto - ed esiste anche un seguito, "La vendetta veste Prada". altrettanto godibile) ci aiuta a comprendere quale potrebbe essere la risposta....

 

 La Evey Hammond di "V PER VENDETTA" (film del 2005 di James McTeigue) appare ragazzaccia già dalle prime scene.

 Nonostante i lunghi capelli pieni di boccoli e lo sguardo angelico, esce durante il coprifuoco e tiene in borsa spray al peperoncino.

 V la salva da un tentativo di stupro e da uno scontro con la polizia e fa emergere, coi suoi discorsi, l'odio che lei prova per il governo, responsabile dell'aver ucciso i suoi genitori, in quanto dissidenti, e il fratello, che ha causato un attacco biologico.

 V la tiene prigioniera ma è solo grazie a questo incontro che Evey capisce che la paura che ha sempre tenuto dentro di sé è pronta a trasformarsi in coraggio, determinazione, resistenza. Era Edmond Dantès. Ed era mio padre e mia madre, mio fratello, un mio amico, era Lei, ero io, era tutti noi».

 Non tornerà mai più indietro e ce la immaginiamo continuare il "lavoro" di V, ribellandosi alle ingiustizie.

 

 

 Però, parlando di vendetta, non possono non citarti colei che ha fatto ciò che tutt3 noi avremmo voluto fare: Shoshanna Dreyfus.

 In "BASTARDI SENZA GLORIA" (film di Quentin Tarantino del 2009) riesce addirittura a ribaltare la storia.

 Usando un nome falso, Emanuelle Mimieux, e gestendo un cinema con un uomo di colore come proiezionista.

 Ma è proprio in quella sala che Shoshanna compirà una vendetta epica, in uno sgargiante abito rosso e al suono di David Bowie. Nessun∂ la chiamerà più "ratto". Non sarà più discriminata. Né lei né nessun ebre∂.

 Nel film però, oltre a questo potente ritratto femminile interpretato da Mélanie Laurent, emerge anche la Bridget di Diane Kruger: un'attrice, quindi reputata solo oggetto decorativo, che ha invece le idee ben chiare su da che parte stare.

 

 

 

 

 

Coinquilin* di guardopenso: