Sopravvissut3 all'inizio del secolo, le ragazzacce vogliono fortemente sperare in qualcosa di meglio, ma nubi nuove appaiono all'orizzonte.
Quelle nubi hanno la forma di uno tsunami in Giappone e del naufragio della Concordia, che arrivano immediatamente, e continuano per tutto il decennio, fino all'elezione di Trump come Presidente degli Stati Uniti d'America, un uomo dalla politica fortemente misogina e razzista.
L'impressione generale è che tutto ciò che avevamo conquistato aveva un lato oscuro imprevedibile, che non potevamo controllare.
E ci siamo chiest3 cosa contasse davvero, nella vita. La risposta è: "Noi" e così ci siamo rese protagoniste delle nostre storie.
Rachel Watson è in crisi.
Il suo matrimonio è finito per un tradimento e il suo ex si è ricostruito una famiglia con un'altra donna e una figlia.
Rachel ha il cuore spezzato e beve per dimenticare. Forse è anche mentalmente instabile.
Va al lavoro in treno (anzi, finge di andare, dato che ha perso l'impiego a causa dell'alcol) e vede una coppia amarsi teneramente… li guarda con invidia e nostalgia. Ma poi vede quella stessa donna con un altro uomo, sempre da quel finestrino del treno. E scopre anche, dopo qualche giorno, che è scomparsa.
Rachel va ancora più in pezzi e ogni tentativo di risolvere il mistero la mette sempre ancora più a confronto con la propria mente e con ciò che ha visto o crede di aver visto. E non è facile, perché non riesci più a comprendere la verità vera da quella che ti sei raccontata o che ti hanno raccontato...
(Emily Blunt è Rachel Watson nel film "LA RAGAZZA DEL TRENO" del 2016 di Tate Taylor)
Nina Sayers è una studentessa di danza classica e sa che deve esprimere perfezione.
Quando viene selezionata come prima ballerina, viene spronata a essere più sensuale e questo fa emergere in lei sentimenti ben nascosti nel profondo della sua anima.
Dietro la sua ricerca della perfezione ci sono infatti le aspettative deluse della madre, il non avere una vita al di fuori della danza e il non decidere mai per sé stessa.
È un cigno bianco che ne nasconde uno nero e solo quando è costretta a tirarlo fuori ne capisce l'importanza.
Questa metamorfosi appare a tratti disturbante perché nemmeno noi riusciamo più a distinguere l'incubo dalla realtà. Diventa tutto oscuro perché Nina ci mette davanti al nostro cigno nero... e, come lei, fatichiamo a uscirne....
(Natalie Portman è Nina Sayers nel film "IL CIGNO NERO" di Darren Aronofsky del 2010)
"Sono tornata...bastardi". Bastano una frase e un abito simil Dior per definire Mirtle "Tilly" Dunnage.
Arriva, negli anni '50, nella cittadina australiana da cui è stata allontanata quando era piccola, accusata di aver ucciso un compagno di scuola, per capire se sia davvero un assassina.
E, per cambiare la mentalità dei suoi compaesani (che chiamano lei "maledetta" e sua madre "pazza"), è armata solo della macchina da cucire e dell'esperienza di sarta maturata da Balenciaga e negli atelier di tutto il mondo.
Le serviranno malizia, rabbia, pazienza e professionalità per capire cosa davvero sia successo nella sua vita, nonché il supporto della madre, del vicino di casa che l'ha sempre amata e dello sceriffo... costretto a nascondere la passione per l'alta moda.
Due elementi sono però fuorvianti, nel film che racconta la storia di Tilly: il sottotitolo "Il diavolo è tornato" (creato ad hoc per attirare il pubblico che aveva affollato le sale per vedere "Il diavolo veste Prada") e il trailer, che usa una canzone allegra e una sfilata di abiti per far credere si tratti di una commedia con qualche punta di acidità.
Non la è: è una trama pervasa di morte, di pregiudizi e di vendetta...ma per fortuna anche di rinascita, di quelle che fanno schizzare l'autostima alle stelle.
(Kate Winslet è Mirtle "Tilly" Dunnage in "THE DRESSMAKER" film del 2015 di Jocelyn Moorehouse)
Deborah Ocean e le sue ragazze vogliono rubare una collana Toussaint che vale 130 milioni di dollari e che uscirà dal caveau in cui è custodita in occasione dell'annuale Met Gala.
(Se il cognome ti ricorda qualcosa è perché Deborah è la sorella del malfattore gentiluomo che con la sua banda ha svaligiato casinò in tutta l'America)
Pensando "Un lui si nota, una lei si ignora...e noi vogliamo essere ignorate", elaborano un piano perfetto... indubbiamente più semplice di quelli di Danny, ma, come capita agli Ocean, una storia d'amore in sospeso potrebbe rovinare tutto.
Lo scenario, poi, è quello del vero Met Gala per cui, oltre ai classici "inconvenienti" di una rapina, le ragazzacce devono anche non farsi troppo notare dalle celebrità presenti: Anna Wintour, Marc Jacobs, le Kardashian, Heidi Klum, Serena Williams, Katie Holmes e Gigi Hadid.
Decidono quindi di abbinare sfrontatezza, intelligenza, fascino e un guardaroba magnifico... oltre a complicità e fiducia. Una vera collaborazione femminile che rivela sorprese e idee geniali.
(Sandra Bullock, Cate Blanchett, Anne Hathaway, Mindy Kaling, Sarah Paulson, Awkwafina, Rihanna ed Helena Bonham-Carter sono le "OCEAN'S 8" nel film del 2018 di Gary Ross)
La professoressa di fisica Erin Gilbert è più conosciuta per aver pubblicato un libro sui fantasmi con l'ex amica Abby Yates che per il suo lavoro.
Quando a villa Aldridge si rilevano strane presenze, le due donne, sebbene "Non è un lavoro da femmine catturare fantasmi", con l'aiuto di Jillian Holtzman e Patty Tolan, indossano la torcia elettrica a protoni e, ricordando di non incrociare i flussi, si mettono al lavoro.
Ed ecco spiegato come gli ormai mitici Dan Aykroyd, Harold Ramis e Bill Murray lasciano il posto a Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Kate McKinnon, Leslie Jones e il loro aiutante Chris Hemsworth, che diventano le "GHOSTBUSTERS" nel film del 2016 di Paul Feig.
Che ricalca molto l'originale. Si temeva indubbiamente il confronto perché non si è osato troppo. Anzi, sono stati reclutati Dan, Bill, Ernie Hudson, Sigourney Weaver ed Annie Potts (ma anche Ozzy Osbourne e Andy Garcia), la dedica è per lo scomparso Harold e non manca nemmeno la mitica sigla (seppur riadattata da Justin Timberlake).
Molti trailer cinematografici iniziano con le parole "In un mondo..."
Quei trailer sono opera di un doppiatore stimato e apprezzato, morto da poco.
Il cinema è quindi in cerca di una voce altrettanto memorabile per il pubblico, che dica le stesse parole per una quadrilogia di film di sicuro successo, gli Amazon Games.
Carol Salomon sembra non avere alcuna possibilità: è una vocal coach squattrinata e nemmeno il padre ha fiducia in lei... anzi, si mette in competizione per ottenere quello stesso trailer. E poi ha un altro sfidante, molto stimato e agguerrito, convinto che quel trailer gli spetti di diritto.
Lei però non demorde: gira per la città registrando voci che le piacciono da poter replicare e, andata a vivere dalla sorella (perché il padre sta per sposarsi di nuovo) cerca anche di salvarle il matrimonio.
La sua Carol è la voce di chi non ha voce. È il superare crisi familiari e pregiudizi usando il talento e la creatività. È l'usare parole altrui per comunicare messaggi che possano comunque ispirare... perché quella voce femminile possa portare ogni genere di pubblico a vedere il film...
Attraverso di lei impariamo quanto il tono di voce sia fondamentale nel linguaggio: saperlo usare e modulare ci renderà più convincenti e motivat3.
(Lake Bell è interprete e regista del film "IN A WORLD" del 2013)
A proposito di parole. Vorremmo essere noi a pronunciare quelle che entreranno nella storia e che le generazioni continueranno a ripetere.
Nel 2017, il regista Julian Rosefeldt crea un film ambizioso che si basa su questo desiderio.
Sono segmenti che s'intersecano l'un l'altro, senza un continuum né il proseguire di una vicenda, in cui Cate Blanchett cita il Manifesto del Partito Comunista, Dogma 95, le definizioni di futurismo, dadaismo, pop art, surrealismo....
Cate è un barbone, è una broker di Wall Street, è una mamma single che si occupa di una macchina tritarifiuti, è una casalinga devota, è un'attrice, è una dirigente che parla a una festa, è a un funerale a leggere un'orazione, è la coreografa di uno spettacolo teatrale, è davanti a una telecamera a leggere il telegiornale (ma è anche la donna del meteo), è una maestra, è un'artigiana di pupazzi e marionette.
Lei è tutt3 noi e pronuncia parole scritte per convincerci e per motivarci.
Il film "MANIFESTO" mette insieme queste diverse personalità per farci comprendere come sia semplice dettare le regole, ma come vivere sia molto più complicato e per chiederci se certi modi di pensare siano eterni o scomparsi col movimento che rappresentavano e se tutt3 noi enunciamo un manifesto ogni volta che apriamo bocca (e quanto vorremmo che lo diventasse davvero).
Non sono certamente riflessioni semplici, ma è anche questo ciò che rende cinema e arte comunicatori di cultura, perciò avvicinati a quest'opera con occhio e orecchio attento. Ti stupirà.