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 "Voglia di rinascita"

 

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Si, esatto, "sgnappa": è così che, da piccola, ho sempre sentito soprannominare la grappa (non lo so il perché, forse faceva molto montagna)...e ne bastava davvero solo un goccio, perché è un liquore molto forte. Personalmente ho sempre preferito la vodka, ma mi ha sempre attirato la sua storia.

 Sembra siano stati gli Arabi, nel IX-X sec, a insegnare ai siciliani come distillare, avendolo a loro volta imparato da Egizi e Persiani, e lo facevano usando erbe e spezie. Dovrà passare un altro secolo perché nascessero i primi alambicchi, che portano con sé un'aura a metà tra la magia e la medicina: il loro prodotto viene infatti denominato "aqua vitae" per il suo potere riscaldante ed energetico.

Nel Quattrocento essa diventa l'oggetto di numerosi trattati, si inizia a chiamarla "grape", in quanto ottenuta dalle vinacce, e si scopre che è anche ottima come "bevanda di conforto", anche se questo lo scopriranno meglio i soldati impegnati nelle guerre. Forse si è esagerato un tantino con il conforto, però, dato che molti hanno iniziato a distillarla in casa: dando certo il via a una tradizione artigianale fiorente tutt'oggi (e portata avanti con successo in regioni quali Veneto, Trentino - Alto Adige, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia), ma pure spalancando le porte all'alcolismo.

Oggi, la grappa è quasi un liquore da meditazione, dal gusto semplice o aromatizzato (miele e menta, per esempio, o peperoncino o lavanda o semi di mela, o di anice, o camomilla), servita a 10-15°C nei calici a tulipano.

Ma se siete come me, e non la amate molto...diciamo..."schietta", allora posso aiutarvi trasformandola in un ingrediente da cucina. Nei dolci classici come le Chiacchiere o le Frittelle o le Castagnole o i Krapfen (non solo nell'impasto, per aiutare la lievitazione, come nei casi precedenti, ma anche nella crema di vaniglia della farcia) o i Babà o la Ciambella. Per dare un tocco alcolico alla cottura dell'astice o delle scaloppine o del petto di pollo al papavero o alla marinatura del merluzzo. Nel sugo per la pasta (con lardo e castagne) o nel suo ripieno (con pancetta, faraona, panna e funghi). Nella preparazione dei cioccolatini. Per flambare le castagne caramellate. Nella confettura di pere o ciliegie. Per conservare i frutti di bosco o l'uvetta. Nella tartare di fave con lime e zenzero. Nella crema del tiramisù.


Se, infine, amate il caffè corretto, ecco il modo per prepararne uno delizioso: mettete nella base della caffettiera grappa secca diluita in acqua e nel filtro caffè e pepe nero in polvere, chiudetela, accendete il fuoco e, quando è pronto, zuccherate. I benefici di quel goccio di "sgnappa" li avvertirete all'istante!!!

Coinquilin* di mangioscrivo