C'è chi il critico gastronomico lo fa per mestiere, chi lo fa per passione.
Personaggi quali Fiammetta Fadda, Leonardo Romanelli, Edoardo Raspelli ecc. quando parlano, non promuovono o bocciano: corredano il proprio pensiero con una proprietà di linguaggio e una tale quantità di esempi e conoscenze storiche al punto che alla fine, anche se ti hanno bocciato la ricetta, non puoi fare a altro che ringraziarli per averti insegnato qualcosa che non sapevi e per avere cercato di correggere i tuoi errori o le tue imprecisioni.
Ma ci sono anche i critici improvvisati. Siccome tutt3 abbiamo un palato allora tutt3 possiamo dire se un altro ha cucinato bene o no...e siccome siamo bombardati da libri e trasmissioni di cucina, ed interessarsene è divertente, ci sentiamo tutt3 esperti del settore.
Il mondo dei foodies (amanti del cibo, tanto per parlare come mangiamo) si divide in "professionisti" e "improvvisati".
Chiamo "professionisti" quelli che hanno un blog o simili: non saranno (anzi, saremo) chef stellati, ma cerchiamo di dare una logica alla nostra passione, cucinando, scrivendone con perizia e cercando, per quanto semplici siano, di dare alle nostre fotografie una sorta di credibilità...gli "improvvisati" sono invece coloro che immortalano il cibo e lo postano sui social network con commenti, diciamo, spontanei
Facciamo qualche esempio, tanto per capirci...sto vaga perché voglio fare la politically correct, ma sappi che sto pensando a delle persone in particolare... e se ti ci riconosci, hai tutta la mia benevolenza: siamo qui per bloggare e fare due chiacchiere in tranquillità, non per giudicare...io sono solo un po' più bravina negli articoli perché mi sono fatta 5 anni di università, 3 di dottorato e altri di scrittrice gastronomica, ma pure io sbaglio ricette, grammatica e quant'altro, quindi suvvia, humor!!
Ci sono i "W la quantità!" per cui sulla loro tavola si vede di tutto e di più: le ricette sono straricche di grasso e la loro concezione di pasto perfetto prevede "tagliatelle panna e funghi, stinco di maiale arrosto, profiterole"...ovviamente caffè zuccherato e un cioccolatino per finire in bellezza.
Ci sono le donne a dieta, ma che mangiano tanti dolci. Fissate col detox e le filosofie orientali, sembra vivano di aria e poi, improvvisamente, pa!!!, una torta super-cioccolatosa e piena di panna montata, di cui confessano di aver inghiottito anche le statuine in pasta di zucchero.
Ci sono le persone sportive, che non mancano di accompagnare ogni foto di una bella bistecca con i km che hanno fatto in bicicletta...non capisco se lo fate per farmi sentire in colpa (vi giuro che mi sento come Anne Hathaway ne "Il diavolo veste Prada" quando Emily Blunt le dice: "Ma tu mangi carboidrati!!!") o per dare a voi stess3 una motivazione per convincervi che il pollo alla griglia con nient'altro attorno vi sazia.
Ci sono quelli che hanno un sacco di tempo libero a disposizione, oltre che un sacco di soldi, perché non passa settimana senza trovarli a un festival del cibo o a una cena da un super chef. Io cucino "da blog" la domenica perché è l'unico momento in cui posso dedicarmici e queste persone sono invece sempre lì a spignattare la haute cuisine-fai da te e a farsi fotografare coi guru del settore. Massimo della frustrazione: nelle loro immagini c'è sempre il sole! Credo lo seguano come lucertole...
E infine, gli "ibridi": un giorno il salmone marinato al caffè, quello dopo il panino di McDonald's... i miei idoli, avete capito tutto dalla vita, e qui lo dico, qui lo confermo!!!
Menzione a parte per quelli che cucinano sempre e solo il tradizionale. Voi siete quell3 che non farete mai tramontare il sole sulle ricette della nonna, per cui chapeau, ma sappiate che siamo nel XXI secolo e che una ricetta un po' più variopinta ogni tanto, ma solo ogni tanto, non vi renderà rezdore meno brave.
Questo per quanto riguarda le fotografie... ma poi c'è il variegato mondo delle recensioni!!
In questo caso, il grado di aspettativa è troppo alto: la gente va da Cracco o da Bottura, per esempio, è convinta che mangerà cibi paradisiaci, ricette mai viste e vivrà un'esperienza unica... in realtà questi chef sanno fare benissimo il loro mestiere ma non sono ancora in grado di trasformare in comfort food una ricetta che a casa detestavate. E ancora: si va dagli stellati per mangiare qualcosa di diverso e poi ci si lamenta perché riproducendo la stessa ricetta a casa non è nemmeno lontanamente paragonabile.
Devo quindi dar ragione a Davide Oldani: se qualcosa non ti è piaciuto te ne lamenti in loco, vis-à-vis col gestore, in modo da poter capire cosa è andato storto...non che gli dici che è tutto meraviglioso e buonissimo e poi vai a casa e nell'oscurità di un blog senza nome ne racconti peste e corna. Un po' di sano atteggiamento adulto, epperdindirindina!!!
Ok, ho finito. Tolgo la facciata da Anton Ego e mi vado a gustare del cibo... perché non importa se l'ha cucinato un topo o uno chef super stellato... conta il gusto... e la compagnia!!!