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 "Voglia di rinascita"

 

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 A me dispiace tanto per chi ha sempre vissuto in città...davvero. Perché non ha mai avuto l'esperienza diretta di un orto. E quindi è privo di un contatto diretto con la natura che credo sia fondamentale, specie negli anni dell'infanzia.

 Io invece sono stata fortunata. Perché il paese in cui abito oggi conta quasi 10mila abitanti ed è praticamente una cittadina dotata di tutto, ma negli anni Ottanta eravamo molti meno e tra un'abitazione e l'altra c'era la possibilità di avere un bel pezzo di terreno in cui coltivare qualcosa...e difatti succedeva sia a casa mia (gestito dai nonni paterni) che a quella dei nonni materni.

 Quello di casa stava dietro l'edificio e confinava con altri campi (è quello che vedete in foto, ma adesso non è più mio...nemmeno questi rigogliosi cavoli dunque, ma il vicino è gentile e ogni tanto ci regala parte della sua produzione): c'era la "postazione ortaggi", con insalata fresca e pomodori, c'erano lunghi filari di vite e c'erano due alberi di ciliegie. Per me e la mia amica era una specie di piccolo paradiso: potevamo correre tra i filari, organizzare un picnic nell'erba e mangiare la frutta ogni volta che avevamo fame; poi annaffiavamo le piante (tutta una scusa per rinfrescarci dal caldo), raccoglievamo i pomodori e aiutavamo mia nonna che ogni estate li trasformava in salsa. Oltre a ciò, mio nonno paterno aveva anche un piccolo pollaio: solo galline e conigli (e ogni tanto un gallo che, quando lasciato libero, ci spaventava a morte) e io adoravo andare a prendere le uova (anche se puzzavano) e dare da mangiare a tutti.

Mio nonno materno gestiva invece l'orto per tutto il condominio e da lui ho imparato la bellezza e il profumo delle erbe aromatiche, perché oltre ai classici insalata e pomodori coltivava anche rosmarino, menta, salvia e ortiche, e le impiegava nella salsa verde per la quale era famoso come fossero ingredienti magici.
Tutto questo per dirvi che io li capisco coloro che adesso si stanno impegnando per ottenere un piccolo orto in giardino (o anche fuori dalle aule, come insegna il progetto Edible School Yards della chef Alice Waters) e per allevare le galline sul balcone (Le Monde ha da poco dedicato un articolo a questo nuovo fenomeno che si sta affermando a Parigi) o le api sul tetto (e stavolta non solo in Francia, ma anche a Berlino, Hong Kong e Copenaghen). Hanno voglia di provare per la prima volta o di rivivere l'esperienza di poter avere a che fare con le materie prime e poi cucinarle, ed essere sicuri che siano sane e soprattutto buone.
Perché, fidatevi, io il sapore di quelle ciliegie, di quell'uva e di quei pomodori non ho più avuto il piacere di gustarlo, se non nei miei ricordi...

Dedicato alla mia amica Angela, che ha condiviso con me il divertimento di quegli anni.

Coinquilin* di mangioscrivo