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 "Voglia di rinascita"

 

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 Vestirsi è raccontarsi.

 Alcun3 dicono anche che sia una dichiarazione politica ovvero mostrare il proprio spazio e parlare prima ancora di aprire bocca.

 Se, quando ho imparato a vestirmi da sola, avessi saputo questo concetto, giuro che il mio armadio oggi sarebbe completamente differente. 

 Sarebbe una seconda biblioteca, dove rivedere me stessa e non un’accozzaglia di abiti e accessori "che qualcuno ha scelto per me", come dice la Miranda Priestley de "Il diavolo veste Prada".

 Ho rabbrividito quando ho letto, su un articolo di "fem", che le scarpe col tacco sono state create nel Medioevo per impedire alle donne di compiere lunghi tragitti senza un uomo al fianco che le sostenesse. In fronte glieli vorrei tirare quei tacchi!!!

 Ho gioito invece quando, sempre da quell'articolo, ho saputo che certi abiti e accessori sono nati dalle donne per le donne e quindi le ringrazio pubblicamente qui, seppure retroattivamente.

 Grazie Mary Phelps Jacobs, che nel 1912 hai creato uno strumento che ci possa sostenere il seno rendendoci libere di muoverci, facendoci buttare corsetti di ossa di balena che impedivano di respirare correttamente.

 Grazie Elsa Schiaparelli che nel 1927 hai portato l'uso del maglione fuori di casa e dalle fabbriche (luoghi dove, per convenzione, non esiste eleganza... altra cosa imposta dall'esterno), non facendoci gelare di freddo ma rimanendo calde e avvolte di morbido tessuto che è come un abbraccio. 

Grazie a Coco Chanel per il tubino nero e a Mary Quant per la minigonna... abiti bellissimi e comodissimi.

Un look è cambiamento e non è mai statico, quindi sarei ancora in tempo a rivoluzionare tutto… perciò inizio a togliere il patriarcato dalle mie ante condividendo qui quello che c’è e quello che ci dovrebbe essere.

 

Cardigan & Top

Quella che vedi in foto è un'accoppiata vintage perché la usavo nelle notti estive in discoteca, quando in pista si scoppiava di caldo, pressati dalla folla, perciò stavo in canottiera, e invece in giro per il locale, essendo all'aria aperta, c'era quell'aria fastidiosa per cui ci voleva un "golfino".

Cardigan & top mi sono sempre piaciuti perché sexy e pratici. Coi jeans o i pantaloni a vita alta ci stanno benissimo.

Qui ti mostro alcuni pin che mi piacciono: quelli rock, che danno personalità... e quelli boho e crochet, che mi danno un senso di libertà

                                                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 T-shirt

 

Ho sempre indossato t-shirt che avessero un significato. Le ho comprate per lo più ai concerti o nei luoghi di vacanza, ma ultimamente ho una predilezione per quelle con un messaggio psicologico.

 

Anche Christina Aguilera, Meryl Streep e Chiara Ferragni lo fanno...ma sono solo esempi. Siamo in tant3 a decidere di indossare una maglietta come fosse una bandiera o, meglio, un manifesto di chi siamo. Amiamo quella musica e quei luoghi e quel messaggio sono le parole che ci rappresentano.

 Il problema è che non sempre è facile trovare quella perfetta, con la frase che ti fa pensare "Avrei potuto scriverla io".

 Per fortuna esiste una soluzione, anzi, due.

 La prima è farsela fare: in commercio ce ne sono da tutte le fasce di prezzo, iniziando dalla bancarella alla fiera di paese e terminando con l'haute couture.

 La seconda è il fai-da-te, usando una maglietta bianca (o una dell'armadio che vuoi riciclare) e i pennelli da stoffa.

 Non aver paura. Sii te stess∂. Scrivilo e indossalo. Con orgoglio. Anzi, con "Tette in su" come dice sempre "La fantastica signora Maisel"

 

 

 

 Pantofole 

 

Si dice che al solo sentire la parola "pantofole", certi uomini fuggano così velocemente che di loro rimanga solo l'orma dell'impronta delle scarpe da ginnastica sul parquet.

E questa diceria è in giro da così tanto tempo che quella stessa parola ormai risponde solo alla definizione "cosa regalare al nonno per Natale".

Recentemente però è capitato un fattore imprevisto: LA PANDEMIA, che ci ha costretti tutt3 a trascorrere molte ore in casa. A quel punto, ci siamo resi conto che le pantofole sono fondamentali e che devono essere comode, calde e versatili, ovvero coordinate a ogni tipo di vestaglie e pigiami e tute da ginnastica, ma capaci di non farci sfigurare se qualche essere umano non convivente venisse a bussare alla porta.

La sorpresa più grande è che se ne sono accorti anche gli stilisti, per cui (come da ricerca su Pinterest), alle classiche "pantofole monotinta e/o con animali buffi" sono state sostituite le "slippers" by Gucci, Chanel, Ralph Lauren, Dolce & Gabbana... e direi che la rivoluzione qui è iniziata

 

         

 

        

 

 

 

 

 

 

 

 Jeans 

 È il must have di ogni armadio e di ogni valigia.

 Perché è sempre il momento giusto per comprare un paio di jeans, ma non è mai il momento giusto per buttarli via.

 Se sono stretti, li teniamo perché un giorno torneremo magre a sufficienza da poterli indossare di nuovo.

 Se sono larghi, li teniamo per avere un paio di pantaloni comodi se mai decideremo di fregarcene di tutto e tutti e mangiare fino a scoppiare.

 Se hanno dei buchi, lo strappo fa figo e la toppa dà personalità.

 Se presentano macchie, fanno vintage.

 Amiamo il jeans perché è comodo e ci fa il culo bello, perché è sportivo con le t-shirt e le sneakers ed è elegante con un top e i tacchi alti. In estate, lo preferiamo corto e sexy, in inverno, con una leggera imbottitura. Si abbina a tutti i colori. Si lava in lavatrice a 30-40°C e, se non ne abbiamo voglia, possiamo anche fare a meno di stirarlo.

 Nessun outfit ci rappresenta di più di un paio di bei jeans, che siano "a zampa" o stretch, perché è un capo di vestiario che riguarda più la nostra idea di bellezza e di comodità e di libertà piuttosto che quella di perfezione e di moda. Della serie: toglimi tutto, ma mai i miei jeans!!

 

 

 Corsetto 

 A 14 anni stai diventando una signorina. Vai ancora in giro coi tuoi genitori, ma hai gli occhi aperti su ogni persona ti possa far battere il cuore, per cui vorresti sempre essere al top, in ogni momento.

Non ti senti mai perfetta, ma vorresti esserlo.

 Io avevo 14 anni negli anni 80, quando non esistevano i social, ma la competizione era comunque al massimo e mi sentivo inadeguata.

 Tanto più perché avevo la schiena storta e per me era come avere una gobba. 

 Quindi, anziché indossare un corsetto super sexy (nero di pizzo era, ed è, il mio preferito) in questa foto, scattata a Roma nel 1986, ne indossavo uno ortopedico

 

 

   

  Si vede, perché sono rigida, bloccata non dalle stecche di balena utili per strizzare il girovita, ma da sbarre in ferro che sostenevano feltri utili a farmi torcere il busto nel modo corretto. Ho la seduta tipica di chi ha una schiena a S di Superman più che un decolleté a V di Vamp.

 Son traumi, eh....di quelli che ti segnano l'adolescenza...di quelli che determinano la differenza tra una ragazzina intraprendente, sicura di sé e l'autostima alle stelle e un'altra che va in giro ingobbita, cercando di nascondere il suo corpo e pensando che tutti vedano di lei solo quella struttura che si porta appresso.

 Per fortuna stavo davanti alla Fontana di Trevi e, gettando la classica monetina, desiderai di diventare la donna che sognavo di essere. Lo so, i desideri non si dicono, ma questo si è avverato (più o meno) e ora, anche se ho ancora la schiena storta, posso davvero indossare il corsetto che volevo da teenager!!!!

 

Gonna plissé

 

 Perché ho scelto un'ambientazione un po' claustrofobica??

 Per avvicinarmi alla mia gonna plissé preferita ispirata a Dario Argento, pur avendone a disposizione una super semplice con delle stampe a fiori.

 

 

 

 

 

 Questo capo di abbigliamento effettivamente lo consente ma è insidiosa per l'effetto d'insieme: potrebbe  farti sembrare più bassa e/o più grassa di quello che sei (motivo per cui ho smesso di comprarne da un po').

 Il problema si potrebbe risolvere grazie ad un buon abbinamento con le scarpe, ma anche questa (sempre a proposito di horror) è un'arma a doppio taglio perché sta bene con le sneakers (rigorosamente senza calze), ma non sono calzature che ti slanciano, e i tacchi mi fanno subito pensare ad un grande evento (specie se il plissé è "volant") quindi occorre fare un po' di prove per trovare un'armonia (a me, anima rock, piacciono anche gli anfibi).

 Altri risvolti horror potrebbero essere il colore (a me alcune tinta unita ricordano una tenda o un drappo più che una gonna che valorizzi la mia personalità) e il tessuto (le righe vogliono perfettamente pari, non che, per seguire un fisico disordinato, in certi punti stanno strette e in altri si allargano). Se aprissi anche il capitolo "con cos'altro indossarla" (maglie, top, camicie, giacche, accessori) credo potremmo arrivare ad un livello in cui la plissé ispirata a Dario Argento sembrerebbe una divisa scolastica!!

Quindi mi alzo dal pavimento, ripongo la mia plissé nell'armadio e ritorno ad un look meno...spaventoso

 

 

 

 

 

 

Coinquilin* di mentecorpo: