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 "Voglia di rinascita"

 

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 Questa foto è solo uno scherzo, ma è il punto di partenza per farti capire quanto sia importante sentirsi bene e belle in ogni età della vita. Liber3, soprattutto.

  Quando ho chiesto cosa è la libertà nessun∂ ha associato questo concetto a quello di bellezza.

 Nelle risposte ricevute su Instagram (nel box delle stories postato sul mio profilo giorgiafieni) mi sono state citate l'indipendenza, l'esprimere se stess3 e il muoversi a piacimento nel mondo (e il Coronavirus ha acuito questo desiderio). Nessun∂ mi ha risposto "la bellezza" e capisco il perché.

  I canoni della bellezza finora sono stati, sebbene in modo inconscio e silenzioso, sempre più confinati in alcuni stereotipi.

  Crediamo di essere liber3 di decidere ma, come ha detto molto bene Meryl Streep ne "Il diavolo veste Prada": Siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori delle proposte della moda quando in effetti indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti...in mezzo a una pila di roba. 

 Essere bell3 significa dunque adeguarci a ciò che altr3 hanno deciso per noi, il che comporta una perdita della nostra libertà di scelta. Significa che siamo stat3 convint3, attraverso abili operazioni di marketing, che la bellezza ci farà avere successo, che saremo socialmente accettat3, che essa ci nutrirà e rivitalizzerà e che saremo.... felici.

Fai caso anche a questo: nonostante l'importanza che le diamo, i complimenti sulla bellezza non sono mai accettati. Ogni volta che ci vengono rivolti li ribaltiamo completamente in modo che diventino "ecco, non mi trovi abbastanza bella" o "ecco, pensi di me solamente che sono bella". Cerchiamo insomma l'approvazione altrui e quando la troviamo non siamo nemmeno liber3 di godercela.

In questo XXI secolo però qualcosa sta cambiando. Sempre più spesso le donne si stanno liberando dai canoni prestabiliti, mostrandosi per ciò che sono: siamo stanche di tutti i sensi di colpa che l'industria della bellezza ci sta abilmente scaricando addosso da sempre per convincerci a comprare prodotti che non rallenteranno mai l'invecchiamento cellulare. Anche se cerca di vendercelo una donna o una ragazza sui social che fisicamente ci somiglia molto ma che sembra più bella e quindi ci basterebbe davvero poco per diventare come lei. 

Stiamo imparando ad accettare il corpo, le rughe, i difetti come simboli di unicità. Ed è questo che ci rende davvero liber3: il piacere a noi stess3 prima che ad altre persone.

Insieme dunque si può dunque creare una visione in cui tra bellezza e libertà non ci siano catene né giochi di potere, ma solo comunicazione, con l'unico scopo di farci sentire bene, non continuamente sotto pressione.

Ecco perché bisogna scegliere le maestre adatte: quelle che ti danno consigli ma non ti vogliono vendere niente. 

  

 

 Il primo insegnamento è la bellezza delle particolarità.

 Candy Candy odiava le sue lentiggini, ma sono ciò che la rende riconoscibile, per cui è importante amare i kg in più o in meno (l'ideale sarebbe i tuoi cm di altezza - oltre il metro - tolto 10, ma c'è un range ammesso di 4-5kg), i capelli lisci o ricci ecc...e valorizzarli.

 In questo manuale, trovato sui giornalini, ci sono i rimedi più semplici e più comuni, che non prevedono niente di drastico... sono solo consigli per stare meglio e sentirsi meglio. Curare la pelle con prodotti naturali (anche se io attualmente eviterei l'acqua piovana...non è la stessa del 1982). Dormire. Fare ginnastica. Truccarsi.

 Spero ne esistano ancora di libri come questo: per le teenagers sono una guida fantastica.

 

 

 

 Ho scelto Cameron Diaz perché è nata nel 1972, come me, e l'ho sempre ammirata.

 A 40 anni, grazie a "BODY BOOK" & "LONGEVITY BOOK" ha intrapreso uno studio meraviglioso sul corpo e sull'invecchiamento, scrivendone poi accorgimenti e consigli per vivere al meglio.

 Qualche esempio.

- Evitare bevande zuccherate (anche di aggiungere zuccheri a tè e caffè): per me che bevevo litri di tè freddo confezionato è stato un toccasana, infatti ora ho bottiglie d'acqua ovunque.

- Nutrimento, movimento e stress regolano l'azione positiva e negativa dei microbi che ospitiamo.

- Non è obbligatorio andare in palestra: possiamo ballare o giocare a palla contro il muro (come facevamo da bambin3) o passeggiare mentre parliamo al telefono: programmiamoci il fitness in agenda come qualsiasi altro appuntamento e per il compleanno regaliamoci una visita medica.

- Creiamoci una routine pre-sonno con apparecchi elettronici spenti, buio, denti e faccia puliti.

- La voce della paura urla più forte di quella del coraggio, ma mente.

- Avere rapporti sociali stabili e circondarsi di persone profonde e piene di energia.

 

 Per il futuro, ho deciso di chiedere consigli a chi già è invecchiato, ovvero a Jane Fonda (è nata nel 1937) e al suo libro "GLI ANNI MIGLIORI".

 La prima volta che l'ho letto non l'ho capito... lo misi da parte perché la mia mente non era pronta ad affrontare certe tematiche. Ora lo sono, perciò non mi spaventa leggere certi capitoli.

 Come il soffermarsi a pensare alla propria famiglia, senza il filtro dell'amore che proviamo, per capire chi erano/sono davvero e cosa ci hanno lasciato.

 Smettere di seguire stereotipi prefissati e fidarsi della propria esperienza, insegnandola (Le donne anziane sono più adatte a prendere il comando per salvare il mondo. Noi abbiamo il tempo, la saggezza, l'apertura mentale e i numeri. Abbiamo meno da perdere e oramai non abbiamo paura di arrabbiarci).

 Seguire un regime alimentare e un programma di ginnastica (per corpo e mente - che ha bisogno di rimanere allenata per non perdere troppa memoria e rimanere concentrati) conformi all'età.

 Fare pace con coloro che ci hanno ferito.

 E, infine, Jane scrive molto apertamente di sessualità e di morte: esercizi tantrici, pillole, vibratori, video erotici, dilatatori vaginali e protesi al pene, ma soprattutto complicità col partner per rendere la vita più felice; piani pensionistici, assistenza sanitaria, eredità e gestione delle finanze per assicurare stabilità a tutto ciò che precede o riguarda la nostra dipartita.

 

 Le edizioni Tlon decidono, nel 2022, di ripubblicare “IL MITO DELLA BELLEZZA”, il saggio scritto da Naomi Wolf nel 1990. Con molti dubbi, in quanto la società è molto cambiata. Ma con una certezza, ovvero che ora più di allora la bellezza influisce su come ci si rapporta verso l’esterno e modifica profondamente il nostro sentirci liber3 e adeguat3 (e uso il simbolo schwa perché riguarda ogni genere di persona, non solo le donne).

 Un aspetto vitale così privo di contenuto come la bellezza è capace infatti di influire sul comportamento e sul rapporto con le altre persone in maniera radicale e travolgente. Perché cerca di annullare tacitamente, e a livello psicologico, tutto ciò che di buono il femminismo ha fatto per le donne sul piano materiale.

 Basta un “sei brutta”, insomma, per cancellare buona parte dell’autostima faticosamente raggiunta a suon di successi lavorativi e personali… perché ogni donna, bombardata com’è ogni giorno da immagini di bellezza collegate al successo in ogni campo della vita, ceda di fronte a tanta pressione e inizi davvero a sentirsi orribile.

 Leggi "Brutta" di Giulia Blasi

 La domanda che ci dovremmo porre in realtà è cosa significa “sei brutta” e quali parametri determinano la bellezza. Se lo facessimo, capiremmo perché in questo libro è descritta come un mito: perché la bellezza, sebbene sia una qualità che le donne devono voler incarnare e gli uomini devono voler possedere le donne che la incarnano non ha parametri ben definiti, se non quelli definiti dal patriarcato (che è molto interessato a mantenere il potere in mano a chi lo ha già, quindi la usa per sminuire e creare invidie e divisioni) e dall’industria che vende cosmetici e prodotti dimagranti (che rendono tali parametri mutevoli a seconda di quale debbano vendere), nonché dalla chirurgia estetica.

 Naomi Wolf spiega dunque con dimostrazioni storiche e scientifiche come questo mito della bellezza sia entrato in ogni aspetto della vita di una donna: 

  • nel lavoro, dove diventa una qualifica al pari dell’esperienza e della professionalità,
  •  nella cultura; Gli editori non sono ancora in grado di stabilire i servizi e sperimentare i prodotti come se non fosse il mito a pagare i conti
  • nella religione, usando lo stesso linguaggio: “peccato” per il cibo, per esempio, o “miracolo” per le creme, 
  • nel sesso: le donne che non si sentono sessualmente soddisfatte non si lasciano andare a tutte le loro potenzialità (anche quelle sociali), per cui è facile fare loro credere che se non sono belle e desiderabili non possono essere sessualmente soddisfatte,
  • nella fame: Una fissazione culturale sulla magrezza femminile non è un’ossessione sulla bellezza, bensì un’ossessione sull’obbedienza femminile
  • nella violenza: non solo quella di rivendicazione di potere, ma quella imposta dalla convinzione che le donne, in quanto tali, debbano soffrire… anche per essere belle.

Quindi, per ritornare al dubbio iniziale: sì, le Edizioni Tlon hanno fatto bene a ripubblicarlo, perché questo testo è ancora drammaticamente attuale e deve ancora stimolare molte menti a combattere un mito che, proprio com’è nella sua natura, è fatuo ed è del tutto privo di fondamento, ma ben radicato.

 

 Renée Barrett (Amy Schumer nel film "COME TI DIVENTO BELLA", del 2018, di Abby Kohn e Marc Silverstein) ha problemi di autostima dovuti al suo aspetto. Che le causano la perdita di occasioni lavorative. E la rendono assolutamente invisibile quando è in compagnia di altre ragazze.

 Una mattina cade dalla cyclette e quando riapre gli occhi si sente bellissima.

 Ovviamente il suo aspetto non è cambiato ma inizia a comportarsi in modo totalmente diverso. Ottiene addirittura un posto di lavoro in un'azienda cosmetica molto snob.

 Renée ci dimostra come l'atteggiamento mentale possa profondamente modificare come affrontiamo certe situazioni, rendendoci più creative e intraprendenti.

 Perché la bellezza e l'aspetto fisico hanno potere su di noi e su come veniamo percepite, ma se per prime li valutiamo in modo diverso avranno meno valore.

Anche se ci troviamo di fronte Michelle Williams, Emily Ratajkowski e Naomi Campbell!



 

 

 

 

Coinquilin* di paroleparole: