Quelle che hanno aperto la strada.
Sono le dive del cinema muto e del primo sonoro.
Le prime ragazzacce. col volto splendidamente illuminato e il trucco perfetto.
Che hanno raccontato il punto di vista delle donne sugli eventi.
All'apparenza troppo lontane per essere noi... ma che in realtà ci somigliano più di quanto vorremmo.
Margaret Mitchell ha scritto un solo libro: non lo voleva nemmeno pubblicare, poi ha venduto 176mila copie in meno di 1mese e ne sono stati comprati i diritti per un film che, dopo 6 mesi dall’uscita, ha registrato 25milioni di spettatori ed è tuttora uno dei film che registra i record ad ogni passaggio televisivo, nonostante la sua lunghezza (238 minuti).
Margaret ha scelto come protagonista Rossella O'Hara, la fanciulla del sud. Inizialmente simile alle sue coetanee, man mano che scorrono le 900 pagine la vediamo evolversi e cambiare. Non si arrende mai. E l'attrice che la interpreta, coi suoi grandi occhi verdi e la determinazione stampata sul volto, l'ha impressa per sempre nella nostra memoria.
Qui però vorrei farti conoscere la Rossella segreta, quella del libro.
Innanzitutto, oltre all’accenno di una mezza chiromante che ad una festa le predisse il suo matrimonio con un signore con capelli nerissimi e lunghi baffi neri (cosa che lei liquida con un: "Non mi piacciono gli uomini bruni"), scopriamo come si sia innamorata di Ashley Wilkes. È successo in modo simile a molte teenagers di oggi e di ieri: lui stava in compagnia con lei ed altre persone, talvolta l’ha portata a casa, gli è scappato qualche complimento…basta, tutto qua. Una cotta giovanile di Rossella si trasforma in una “friend-zone” che ci trascineremo per tutto il romanzo.
Lo ha sempre definito “rospo” e “vitello moribondo” (e la notte di nozze gli urla contro e lo lascia dormire accartocciato su un divanetto) eppure Rossella riesce pure a rimanere incinta di Carlo Hamilton! Salvo ovviamente dimenticarsi spesso dell’esistenza di Wade (beh, essere una mamma perfetta non fa proprio parte del suo carattere) e affidarne la crescita ai servitori e a Melania.
La famosa scena "…dovessi mentire, truffare, rubare o uccidere…lo giuro davanti a Dio: non soffrirò mai più la fame!" nel film è epica: Rossella è appena arrivata a Tara, completamente depredata dagli yankees, la madre è morta, la sua famiglia è a pezzi, lei è stanca per il viaggio e la paura, mangia delle radici, le sputa, pronuncia la frase e la musica maestosa inizia. Nel libro, quando arriva a Tara mangia delle patate dolci seduta a tavola e quella frase la pronuncia il giorno dopo, mentre osserva la distruzione delle Dodici Querce (che, lo ricordo, si scrive senza "i", al contrario di quanto si vede a inizio film).
Nonostante lo giudichi “una zitellona senza spina dorsale” Rossella rimane incinta anche di Franco Kennedy.
Deludente, infine, è il non ritrovare la celebre battuta di Rhett "Francamente me ne infischio", sostituita da tre pagine di spiegazioni sul perché non può rimanere. Per fortuna invece il "Dopotutto…domani…è un altro giorno" è intatto: Rossella O’Hara è fedele a se stessa fino in fondo!!
Vivien Leigh è Rossella O'Hara in "VIA COL VENTO" di Victor Fleming, 1939.
Victoria Page è una ballerina. Ha sempre danzato solo per la nonna, Lady Neston, ma ora la donna l'ha presentata a Boris Lermonotov e la ragazza ha la sua occasione, quella di danzare in scena nello spettacolo "Scarpette rosse", sostituendo la prima ballerina, incinta.
Vicky però commette un "peccato" agli occhi di Lermontov: si innamora del compositore, Julian Craster. E ne commette uno peggiore quando ottiene successo nello spettacolo, per cui l'uomo le dice che, se sceglierà l'amore, non diventerà mai una grande artista.
La messa in scena della fiaba di Hans Christian Andersen (su una ballerina che non può togliersi le scarpe e smettere di danzare) da parte di un mecenate e della sua compagnia, ricalca quindi la vera storia di Victoria.
Sostenere una parte così importante non è facile per lei: la gloria esige un prezzo umano molto alto e lei dovrà pagarlo fino alla fine.
Moira Shearer è Victoria Page nel film "SCARPETTE ROSSE" del 1948 di Emeric Pressburger e Michael Powell.