Barack e Michelle sono due menti pensanti e due cuori in grado di emozionare... due persone da cui si può imparare molto.
Erano solo due americani ambiziosi, decisi a portare un cambiamento nella loro vita e in quella della comunità in cui vivevano.
Poi è capitato qualcosa che non avevano previsto: lui è diventato il 44° Presidente degli Stati Uniti d'America, il primo afroamericano, lei la First Lady. Sono entrati in contatto con persone e situazioni che mai avrebbero immaginato e che li hanno messi alla prova.
Da questa esperienza, come dalla vita quotidiana, hanno tratto notevoli insegnamenti da cui possiamo trarre ispirazione.
Mio padre Fraser mi ha insegnato a lavorare sodo, ridere spesso e mantenere la parola data. Mia madre Marian mi ha mostrato come pensare con la mia testa e far sentire la mia voce. Insieme, nel piccolo appartamento di South Side di Chicago, mi hanno aiutata a riconoscere il valore della nostra storia, della mia storia, all'interno di quella, più grande, del nostro Paese.
Michelle Robinson impara presto che deve impegnarsi molto per avere delle opportunità e ha gli occhi ben aperti su come funziona il mondo (Crescendo, in famiglia parlavamo sempre più di droghe, sesso e scelte di vita, di razza, diseguaglianza e politica. [-] Avere una cerchia di amiche divertenti, un porto sicuro di saggezza femminile, è diventata per me un'abitudine che mi ha sostenuta per tutta la vita).
Nessun∂ può ridimensionare la sua vita e i suoi obiettivi: cammina dritta verso Princeton, Harvard e lo studio legale che le darà una brillante carriera. Ma in quell'ufficio arriva un giovanotto brillante: Barack Obama (Lui era come un vento che minacciava di scompigliare tutto [-] Si fissava su importanti questioni astratte, come la disuguaglianza economica, spinto dalla folle sensazione di poter fare qualcosa).
Quel ragazzo può fare qualsiasi carriera decida, ma si occupa di diritti civili e di scrivere un libro sulle questioni razziali e risveglia in Michelle l'idea di una vita più ricca di gioia e significato per cui trova un lavoro più appagante (presso il sindaco di Chicago) e un'attività non profit in cui impegnarsi ad aiutare la carriera altrui (Per la prima volta sentivo di fare qualcosa che aveva un riscontro immediato, un impatto diretto sulla vita degli altri e che nello stesso tempo rafforzava il legame con la mia città e la mia cultura).
Quello che li aspetta è però soprattutto una carriera in politica per il marito e lei decide di appoggiarlo come lui ha fatto con lei e lavorare per l'Università, che ha orari più flessibili. Anche perché stanno pensando di allargare la famiglia, ma non è facile: dopo un aborto, grazie alla fecondazione in vitro nasce Malia e Michelle è quasi sempre sola ad affrontare tutto perché Barack ha le elezioni per il Senato a cui dedicarsi. Quando perciò arriva Sasha, lei gli chiede di rispettare alcune regole così che le figlie possano crescere con un padre impegnato ma presente (Non volevo che le bambine diventassero grandi credendo che la vita comincia quando l'uomo di famiglia oltrepassa la soglia di casa. Noi non aspettavamo papà. Adesso era lui che doveva star dietro a noi) e lui lo fa. Lei stessa decide di non rinunciare al suo lavoro: Ero certa che, parlando dei miei bisogni, avevo fatto comunque qualcosa di buono per me stessa. Parlare chiaro era di per sé un'affermazione di forza.
Il Senato però non basta: Barack pensa alla Casa Bianca e Michelle ha ancora più paura per la stabilità e la sicurezza della sua famiglia e di sé stessa: E se non eravamo bravi abbastanza? [-] Conoscevo lo stereotipo che avrei dovuto incarnare, la moglie bambola, tutta in tiro, che guarda il marito con il sorriso dipinto sulle labbra e gli occhi spalancati come se pendessi dalle sue labbra. Io non ero così e non lo sarei mai stata. L'avrei sostenuto ma non potevo essere un robot. [-] Capii che il mio compito era di essere me stessa, di parlare liberamente e lo feci.
Michelle dunque diventa una First Lady "parlante": la sua storia e i suoi valori e i suoi pensieri sinceri sono sufficienti a convincere... deve solo seguire certe strategie per fare in modo che il messaggio passi senza troppe distorsioni e false interpretazioni. Decide poi di promuovere cause che conosce e che davvero la appassionano, come la corretta nutrizione (per ∂ bambin∂, ma anche per gli adulti che soffrono sempre più numerosi di obesità), dare sostegno alle famiglie dei militari, fare campagne di prevenzione della violenza tra i giovani e ampliare le possibilità di carriera per le studentesse. Facendo sempre in modo che le sue figlie abbiano una vita il più possibile "normale" e che il marito possa farne parte: Il tempo che trascorrevamo in famiglia era quello in cui le grandi preoccupazioni e i problemi urgenti venivano cancellati senza pietà, così che quei piccoli potessero prendere il sopravvento.
La forza di Michelle Robinson Obama consiste proprio nel saper miscelare bene il pubblico e il privato, mostrandosi come una donna con problemi e desideri seppur occupando un posto di prestigio... anzi, sa come usare la sua immagine e la sua notorietà per veicolare i giusti messaggi. Arriva al cuore e alla mente, con semplicità e realtà.
La famiglia di Barack Obama è originaria delle Hawaii e lui ha sempre viaggiato molto, grazie alla madre, una beat con una forte coscienza politica e femminista che gli ha insegnato l'empatia e le cause per cui battersi.
Lui però si fa domande su tutto, anche sul fatto sconcertante per cui, a dispetto dei proclami di mia madre, i prepotenti, i truffatori e quelli che si autoincensavano sembravano cavarsela piuttosto bene, mentre quelli che lei considerava persone oneste e rispettabili di solito rimediavano un sacco di fregature. Decide quindi di costruirsi un equilibrio proprio, ben saldo, e lo cerca nei libri, intuendo che il cambiamento può venire solo dall'unione di persone con intenti comuni.
Si interessa così alle organizzazioni di comunità più che a costruirsi una carriera: Mi accorsi che la gente drizza la schiena e ha una diversa immagine di sé se soltanto capisce che la propria voce conta.
In Michelle Robinson trova una persona che comprende e condivide i suoi principi e i suoi valori, bilanciando con la stabilità la sua naturale rottura delle convenzioni. È anche colei che può aiutarlo a trasformare tutto ciò in un cambiamento reale grazie alla politica, così decide di provarci, anche se il prezzo da pagare è il minor tempo da dedicare al matrimonio e alle figlie Malia e Sasha.
Il "Yes we can" parte dall'idea di girare l'America per ascoltare i veri problemi dei cittadini e trovare delle soluzioni. Vuole essere la voce delle minoranze che si sentono escluse. E appare evidente a chiunque incontri che ha le capacità e l'impegno per farlo (e la moglie è altrettanto convincente), per cui non solo arrivano finanziamenti, ma anche voti.
Nel momento in cui viene eletto Presidente chiama con sé i suoi collaboratori di sempre e ne tiene anche alcuni dell'amministrazione Bush: persone motivate che gli garantiscano sicurezza, puntualità e serietà. Mette anche la sua avversaria alle primarie, Hillary Clinton, in una posizione di potere (Segretario di Stato) perché ha fiducia in lei, e sceglie Joe Biden come vice, perché ha esperienza ma anche cuore per i problemi della gente.
In quegli anni, Barack affronta una crisi finanziaria gravissima, la disoccupazione in aumento, la situazione militare in Iraq, Afghanistan, Egitto e Pakistan, una difficile politica estera con la Russia, l'emergenza climatica, l'implosione della Grecia, una piattaforma petrolifera che prende fuoco, l'apertura della prigione di Guantanamo, fa approvare il Recovery Act per l'assistenza sanitaria (Quella era una promessa mantenuta) e l'inclusivo Dadt (don't ask don't tell) in campo militare, firma l'assassinio di Osama Bin Laden (per liberare l'America dal terrorismo di al-Qaeda) e dà uno stop a Gheddafi. Il 90% del lavoro consiste nel barcamenarsi tra i problemi ereditati e le crisi impreviste. Solo facendolo abbastanza bene, con determinazione e disciplina, hai dato una concreta possibilità di modellare il futuro.
Barack Obama ha svolto il "lavoro" guardando sempre avanti, fermamente fiducioso nella democrazia, nella tolleranza e nella pace.