A Pripyat, in Ucraina, accade qualcosa alla centrale nucleare.
I giornali sono prudenti: parlano di "sciagura" e di "alcune vittime" e di "radiazioni giunte fino in Scandinavia" ma la realtà è ben diversa.
Si tratta di un esplosione che dura solo pochi secondi ma che causerà danni i cui riflessi sulla vita del mondo si vedono ancora oggi.
Un serial ricostruisce ciò che accadde in quei giorni.
Sembra inizialmente un incendio, nella sala turbine, perciò arrivano subito i pompieri. Sono loro ad accorgersi che non è così facile spegnerlo e che sul terreno ci sono dei pezzi di grafite, forse provenienti dal tetto, ancora roventi e capaci di spaccare pelle e ossa.
I direttori della centrale, Bryukhamov e Fomin, vengono rassicurati da Djatlov, il quale era alle prese con un test di sicurezza, che nell'edificio la dose di radiazioni non supera il basso dosaggio di 3,6 Roentgen, perciò decidono di mantenere la questione segreta.
Qualcuno però ha già capito che è il nocciolo ad essere esploso e che quella è la gradazione massima segnata dai dosimetri, ben lontana dalla realtà.
Lo confermerà Valery Legasov, che si occupa di reattori ed energia atomica da tempo: le sue conoscenze, assieme a quelle della ricercatrice Ulana Khomyuka e grazie all'appoggio del vicesegretario Boris Shcherbina, contribuiranno a scoprire cosa sia accaduto davvero quella notte, al di là delle bugie.
Il cast, che si avvale di Jared Harris, Stellan Skarsgärd ed Emily Watson, ci apre gli occhi su quanto costi ignorare le procedure di sicurezza in nome del prestigio nazionale, rendendoci anche comprensibile il funzionamento di una centrale nucleare.
Una sola visione di questa serie non basta. Quell'evento è parte della nostra storia e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. Perciò va studiato e compreso... riguarda tutt∂ noi. Va visto il buio di episodio 2, con i sommozzatori immersi nell'acqua radioattiva per portare a termine l'unica opportunità di domare l'incendio. Va sentito, in episodio 4, il rumore del dosimetro per le radiazioni quando i volontari buttano la grafite dal tetto.
Bisogna aprire occhi e orecchie per tener fede alle parole di Legasov: Ogni bugia che diciamo comporta un debito verso la verità. Presto o tardi quel debito verrà ripagato.
Il serial è ispirato da alcune delle storie raccolte da Svetlana Aleksevic in "PREGHIERA PER CERNOBYL" (2005, Ed. Le Cicogne): testimonianze di chi era là, di chi ha vissuto (e in alcuni casi tuttora vive) in quel luogo e ne paga le conseguenze.
Non esiste qualcun∂ che possa raccontare qualcosa di mai narrato prima, se non i diretti protagonisti. Nessuna guerra vissuta è paragonabile: chi è tornato dall'Afghanistan sapeva che sarebbe sopravvissuto, chi tornava da Cernobyl non ne aveva certezza: É il futuro, non il passato, a distruggermi. Nessuna preparazione universitaria aiuta a comprenderlo perché non somiglia a niente di già studiato.
Pripyat era un territorio tranquillo, abitato da agricoltori e operai della centrale nucleare.
Quel 26 aprile non sembrava diverso dagli altri giorni.
In quelli successivi, il cesio luccicava negli orti e il latte non cagliava più, perciò si mangiava e beveva solo ciò che veniva portato dai soldati; inoltre, sono scomparsi gli insetti e frutta e verdura rigogliose devono essere buttate via.
Quando l'attenzione mediatica si sposta altrove, i sopravvissuti si ritrovano a convivere con bambini nati con malformazioni (o con donne non più in grado - o semplicemente timorose - di partorire), non hanno più entusiasmo per la vita, vengono trattati da contagiosi e "alieni" (sono come una razza mai vista prima) e solo ora, a distanza di decenni, vengono riconosciuti come vittime di una colossale bugia di Stato: Noi non abbiamo capito tutto, ma abbiamo visto tutto [--] Ho capito, non subito, ma dopo qualche anno, che abbiamo tutti partecipato... a un crimine... a una congiura [--] Non è semplicemente il reattore a essere saltato in aria: è tutto il precedente sistema di valori [--] Nel nostro Paese conta il potere, non le persone. La priorità dello Stato è assoluta. E il valore della vita umana è ridotto a zero.
Nel serial la nostra attenzione è concentrata sulla scienza, per capire la successione degli eventi che hanno portato allo scoppio del reattore. Nel libro invece quel momento è in sottofondo e proviamo dolore, pena, rabbia, ma anche orgoglio per il coraggio e capiamo a cosa si cerca di attaccarsi quando sai che stai per andartene dalla vita che ti sei costruit∂ in un luogo e/o morire.