Se siete donne, questo serial vi farà soffrire. Se siete uomini, capirete cosa sopportano le donne solo perché possiedono un utero.
A Gilead, infatti, vige un particolare regime. A causa dell'aumento della sterilità femminile, le Mogli sono "sostituite" dalle Ancelle, donne in grado di procreare: i Comandanti (i mariti), durante la Cerimonia, le mettono incinta, Mogli e Marte (cameriere) ne seguono la gravidanza e, dal momento della nascita in poi, la prole appartiene solo alla Famiglia.
June è un'Ancella. Un tempo viveva a Chicago col marito Luke e la figlia Hannah, aveva un lavoro e degli amici. Ora il suo nome è DiFred (appartiene a Fred Waterford), la figlia Hannah è stata assegnata a un'altra famiglia (e ribattezzata Agnes) e il marito Luke è riuscito a scappare in Canada dove la vita è ancora come l’hanno conosciuta. Lei fatica a sopportare di essere un’ancella e cerca in ogni modo, legale e illegale, di ricongiungersi con la sua famiglia in un mondo libero.
Coinvolge le altre ancelle, scappa, viene riassegnata, ma l’obiettivo di June è fermo sul marito, sulla figlia e sulla bambina che è stata costretta a partorire. Senza dimenticare la vendetta: Fred Waterford e la moglie Serena non escono mai dalla sua mente.
Specie Serena. In stagione 5 è tempo dello scontro che aspettiamo dall’inizio. Sempre informate l'una su cosa faccia l’altra e desiderose di vendetta, le vediamo muoversi con arguzia e il loro faccia a faccia è sorprendente… la sensazione è quella che, in un altro mondo, sarebbero state amiche e avrebbero potuto fare grandi cose insieme, ma Gilead non è luogo dove la solidarietà femminile trova spesso dimora.
Gilead è un posto che ci fa soffrire.
Si soffre perché vedere tante umiliazioni e tante torture fa male al cuore.
Si soffre perché, in nome della religione, che dovrebbe aiutare i più deboli, si commettono stupri, mutilazioni e violenze fisiche (percosse, scariche elettriche) e verbali.
Si soffre perché una madre e un padre dovrebbero procreare i figli per amore e non per dovere, e dovrebbero stare insieme.
Si soffre vedendo quelle lunghe file di Ancelle, col vestito rosso e il cappuccio bianco, muoversi come automi, senza avere la possibilità di pensare in modo libero (ed infatti uno dei punti di forza del serial è proprio il pensiero, sempre irriverente e fuori dagli schemi, di June, supportato dal suo sguardo luminoso ed espressivo) e nemmeno di parlare troppo (in stagione 3 se ne vedono alcune imbavagliate e con le labbra serrate da anelli metallici). Una "divisa" che è diventata un vero segno di protesta a Tel Aviv nel 2023 per protestare contro la riforma della giustizia di Benjamin Netanyahu.
Si soffre ma si riflette. Col procedere delle puntate ho infatti ripensato ai Lebensborn, centri di addestramento della Germania nazista, dove i bambini ariani venivano strapparti alla famiglia d'origine e allevati da balie poco affettuose per diventare la razza perfetta. e ho pensato al test della verginità, alle spose bambine e a tutte quelle pratiche che ledono la dignità umana, specie quella femminile.
Non è facile da vedere, "Il racconto dell'ancella", ma va visto. Perché nessuna Gilead arrivi mai nelle nostre vite.
... se il serial non ti è bastato e vuoi saperne di più su Gilead....
Nella serie sono le parole di June, quelle che pensa, a darci una visione corretta su Gilead, a raccontarci la sofferenza, i soprusi, le angherie e la voglia di riscatto.
Quelle parole le ha scritte Margaret Atwood e il suo libro è stato di ispirazione per sviluppare e costruire i personaggi.
"Il racconto dell'ancella" (1985, Ponte alle Grazie) è sicuramente interessante per valutare questo aspetto, ma è "I testamenti" (2019, Ponte alle Grazie) che ci offre un punto di vista innovativo.
Anzi, diversi. Quello di Zia Lydia, quello di Agnes (la primogenita di June) e quello di Daisy (che si rivelerà essere Baby Nicole). Insieme hanno la possibilità di darci diverse interpretazioni di Gilead (chi ha contribuito alla sua affermazione, chi ci è cresciuta dentro e chi lo vede per la prima volta) fino a vederne la distruzione.