La donna che vuole uccidere ci affascina, sul grande e sul piccolo schermo.
Perché ci spinge a domandarci il motivo.
Di solito è una killer spietata, terribile, senza cuore. Vestita splendidamente.
O è semplicemente una creatura che si ritrova in una situazione senza via d’uscita, per sua volontà o per una serie di circostanze.
In ogni caso, le amiamo perché sono personaggi sfaccettati.
Se le poliziotte cercano la verità per mettere ordine nella propria vita, le assassine sono stanche di un'esistenza ordinaria e cercano emozioni.
O sono semplicemente donne stressate disposte a tutto pur di avere un po’ di pace.
Le protagoniste della serie "BIG LITTLE LIES" (2017-2019) sono mamme che vivono in una cittadina sul mare, ma un omicidio sconvolge le loro vite.
Nella sigla le vediamo muoversi in macchina per Monterey (meravigliosamente fotografata) e già dall'abbigliamento e dalla postura capiamo che sono molto diverse.
Madeline McKenzie è fin troppo impulsiva, Celeste Wright è introversa, Renata Klein è una snob in carriera, Jane Chapman è silenziosa e Bonnie Carlson è una permissiva new age.
Hanno in comune solo un amore sconfinato per i figli ed è proprio l'incontro/scontro tra i bambini che porta queste donne a condividere un segreto che riguarda quell'omicidio.
Diventano quindi le famose "cinque di Monterey", amiche e complici, occupate però più a nascondere la verità che a proteggersi l'un l'altra, ma in stagione 2 arriva Mary Louise Wright che farà di tutto per scoprirla, mentre i "tarli" che getta nelle loro menti iniziano a consumarle.
Reese Witherspoon è un'avida lettrice, che ama in modo particolare le storie sulle donne e per le donne. Trovandosi perciò tra le mani il libro "Big little lies" di Liane Moriarty (ispirato da un'intervista radiofonica in cui una donna raccontava le violenze domestiche dei genitori a cui aveva assistito), assieme alla sua amica Nicole Kidman ne ha opzionato i diritti per un film. Il progetto è poi diventato una serie, che ha coinvolto Jean-Marc Vallée alla regia e, come co-protagoniste, Laura Dern, Shailene Woodley, Zoe Kravitz e, in stagione 2, anche Meryl Streep, la quale dà al suo personaggio una gentilezza melliflua che maschera una reale crudeltà.
La crudeltà di Suzanne Stone è invece percepita... sottintesa ma ben presente.
Lei è una donna che non passa inosservata. Bella, sfacciata, sensuale, ambiziosa. Ma ha una parola cattiva per tutt3 e una buona per se stessa, sempre.
Vuole lavorare in televisione e, dopo aver sposato Larry Maretto, affascina produttori e proprietari di emittenti locali, fino a diventare la presentatrice del meteo, colei che chiunque guarda e che lei trascina altrove, dove sole e nuvole non hanno più importanza.
Ma Suzanne Stone vuole di più. Girare un documentario sugli studenti, per esempio. Così da finire in prima pagina. E magari convincere qualcun∂ di loro ad aiutarla a liberarsi di Larry….
E in prima pagina ci finisce davvero.
(Nicole Kidman è Suzanne Stone nel film "DA MORIRE" del 1995 di Gus Van Sant)
Sono sei, le "assassine del Cook County Jail", tutte convinte che "se l'è meritato".
Nel loro "tango del sole a scacchi " ("Cell block tango") raccontano le loro storie a Roxie Hart (accusata dell'omicidio dell'amante) iniziando da una sola parola.
Liz non sopportava che il marito facesse pop mentre mangiava il chewing gum.
Annie ha scoperto che l'uomo che frequentava non era single ma aveva sei mogli.
Il marito di June è scivolato verso il coltello che lei teneva in mano mentre le stava facendo una scenata di gelosia.
L'unica cosa che ho capito della Hunyak è quel uh uh per dimostrare che non è colpevole.
Velma ha scoperto la tresca tra il marito e la sorella all'hotel Cicero.
Mona amava il libertino Al Lipschitz... forse un po' troppo libertino.
E dopo che hai sentito le loro storie pensi: "certo, sono colpevoli, ma direi che la legittima difesa ci sta"
(Susan Misner, Denise Faye, Deidre Goodwin, Ekaterina Chtchelkanova, Catherine Zeta Jones e Mya sono le Assassine del Cook County Jail nel film "CHICAGO" di Rob Marshall, 2002)