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 "Voglia di rinascita"

 

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 Scrivere è una vocazione. Lo so bene.

 Scrivere fa parte di chi sei. Scrivi perché non hai altro modo per decifrare le emozioni, per sbrogliare la matassa dei pensieri, per descrivere la tua personalità, per manifestare la tua bellezza e la bellezza del mondo.

 Sono molte le scrittrici che hanno lasciato alle biblioteche opere straordinarie, romanzi appassionanti, poesie delicate impetuose irriverenti.

 In questo post te ne presento alcune, di quelle le cui opere vale la pena leggere.

 

 

 

 

 

 

  

 

 

  Shirley Jackson 

 

 Ho scoperto il suo nome leggendo i titoli di testa di "The haunting of Hill House" e una recensione entusiasta di Stephen King.

 Andando a cercarla su Wikipedia mi ha interessato perché era una donna molto osteggiata. 

 Prima di tutto per il suo aspetto fisico e poi per aver sposato un ebreo.

 A un certo punto si rese conto che quell'uomo, Stanley Hyman, nonostante la facesse vivere in un ambiente intellettuale, era maschilista e la tradiva e la teneva fuori dalla vita di comunità.

 Shirley iniziò quindi a soffrire di depressione e, conseguentemente, per abuso di droga e farmaci, che la stroncarono a 48 anni. 

 Lei sfogò la sua condizione scrivendo. Libri e racconti gotici e horror. Che ora sono stati riscoperti e rivalutati.

      

 "LA LOTTERIA" è un racconto apparso nel 1948 sul "New Yorker"...nel tempo e diventato il testo più letto della storia del giornale.

 Io l'ho trovato sotto forma di graphic novel ed è in questa forma che te lo consiglio perché l'autore è Miles Hyman, che trasforma la storia della nonna in tratti che ben restituiscono la forza delle sue parole, frutto dei personali sentimenti.

 Il villaggio del New England in cui è ambientata è piccolo, appena 300 persone, eppure ogni anno, il 27 giugno, avviene un'estrazione e tutt3 la aspettano: gli uomini parlando di trattori e tasse, le donne di ricette e bucato, i bimbi giocando lì attorno e intascando pietre.

 Poi il rituale comincia. Ed è terribile.

 

 

     

  "LIZZIE" (1954) racconta la storia di una tranquilla impiegata di museo che vive con una zia, la quale pensa che la ragazza sia sonnambula e la fa visitare da uno psicologo, il dottor Wright. L'uomo scopre però, tramite ipnosi, che Elizabeth soffre di personalità multiple.

 Shirley Jackson diventa sia Lizzie che Wright e scrive in modo differente a seconda di chi sia la personalità predominante per cui chi legge entra ed esce continuamente dalla mente della ragazza.

 Ed è un viaggio sorprendente, ricco di sfumature, normale e innaturale al contempo.

 

 

 

 

Virginia Woolf

 

 Nella Londra del 1923, Virginia Woolf lavora a un romanzo, che la assorbe completamente: "Riesce a sentirlo dentro di sé, una seconda se stessa indescrivibile, o piuttosto una se stessa parallela, più pura. Se fosse religiosa la chiamerebbe “l’anima”. É più della somma del suo intelletto e delle sue emozioni, più della somma delle sue esperienze anche se corre attraverso tutte e tre come vene di metallo brillante. É una facoltà interiore che riconosce i misteri che animano il mondo, perché è fatta della stessa sostanza, e quando è molto fortunata lei è capace di scrivere attingendo direttamente da quella facoltà. Scrivere in quello stato è la soddisfazione più profonda che conosca. Ma la sua capacità di accedervi va e viene senza preavviso. Può impugnare la penna e seguirla con la mano mentre si muove per il foglio; può impugnare la penna e scoprire che è solo lei: una donna in vestaglia che regge una penna, timorosa e incerta, con una competenza solo superficiale e nessuna idea su dove cominciare o cosa scrivere". Nel libro, "Mrs Dalloway". ambientato in un’unica giornata, Clarissa amerà una donna e assisterà alla morte di una persona a cui vuole bene e a cui è stata destinata la gloria che lei non avrà mai. Nella vita, Virginia si suicida perché è stanca di sentire le voci, non ha più la forza di combattere e sa che né il marito né i figli possono aiutarla.

Clarissa viene chiamata Signora Dalloway, come il romanzo di Virginia, perché ai tempi dell’università al suo amico Richard non piaceva il suo vero cognome, Vaughan. Oggi ha 52 anni e convive con Sally a New York. Quella sera farà una cena proprio per Richard, malato di Aids, che riceverà un premio. Lui dice di restare vivo solo per farla contenta, lei si nasconde dietro il doverlo curare per non pensare alla propria vita: “É come se mi stessi sgretolando”

A Los Angeles, nel 1949, Laura Brown legge il libro di Virginia su Clarissa Dalloway "come se leggere fosse il solo e naturale compito con cui iniziare la giornata, la sola via praticabile per gestire il passaggio da sonno al dovere". Legge "per calmarsi e trovare un suo posto", in una realtà in cui è incinta e deve pensare al compleanno del marito, Legge Virginia Woolf perché non trova corrispondenza tra la brillante scrittrice e la donna morta suicida. Si prende del tempo, in una stanza d'albergo, per leggere "Mrs Dalloway" perché la vita reale sembra non appartenerle e probabilmente merita di fare la stessa fine di Virginia.

(Nicole Kidman è Virginia, Meryl Streep è Clarissa, Julianne Moore è Laura nel film “THE HOURS” del 2002 di Stephen Daldry, tratto dal libro di Michael Cunningham, “LE ORE”, Bompiani, 1998)

Coinquilin* di guardopenso: