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 "Voglia di rinascita"

 

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 A marzo 2021, "Vanity Fair" ha pubblicato un numero speciale sulle strade delle città dedicate alle donne. Così, passeggiando per il mio paese, le ho cercate.

 Stiamo parlando di un paese dell'Emilia che in realtà è strafamoso per una serie di motivi, tipo aver dato i natali ad Orietta Berti, avere ancora un busto di Lenin in una pubblica piazza, aver costruito il primo cinema nel dopoguerra (celebrato dal film "Pareven furmighi" di Daniele Segre portato al Festival di Venezia nel 1997) ed essere protagonista del libro "La trionferà" di Massimo Zamboni (2021, Einaudi).

 Però, e lo faceva notare anche Annalisa Corrado con Daria Bignardi in un appuntamento proprio in Piazza Lenin, ci sono poche vie dedicate alle donne. 

 Se facesse la medesima ricerca chi abita in una grande città, troverebbe nomi più variegati e recenti...qui invece andiamo sul classico intramontabile.

 

 

 

 

 MARIE CURIE (1867-1934), è dedicata una via piccola e chiusa...termina in un parco.

 La celebre scienziata non ha attinenza col paese ma non possiamo dimenticare la donna che ha vinto il Premio Nobel per la fisica nel 1903 per gli studi sulle radiazioni e per la fisica nel 1911 per la scoperta del radio e del polonio.

 

 

 

 

 

 

 

 A MADRE TERESA DI CALCUTTA (1910-1997) è dedicata una via poco distante dalla precedente, anch'essa affacciata sul parco.

 Anche lei non ha attinenze col paese, ma stiamo parlando di una santa che si è sempre occupata di missioni caritatevoli e non si può dimenticarla.

 

 

 

 

  

 

 A ROSA LUXEMBURG (1871-1919) è dedicata una via poco distante da piazza Lenin, anch'essa chiusa, che finisce con dei condomini.

 Era una filosofa, un economista una politica e una rivoluzionaria. 

 

 

 

 

 

 

 

 A CARMEN ZANTI (1923-1979) è dedicata una via che conosco molto bene (anch'essa chiusa) perché ci abitava un'amica.

 Ecco, lei è nata a Cavriago. Suo padre era Angelo Zanti, a cui è dedicata la piazza principale del paese. E' stata una partigiana, fin da giovanissima, e si è sempre occupata dell'emancipazione femminile.

 Per ricordarla in paese è stata creata un'associazione culturale che porta il suo nome.

 

 

  

 

 

 

 A MATILDE DI CANOSSA (1046-1115) è dedicata una via in un quartiere nuovo, fuori dal centro.

 Nel reggiano ci sono molte vie a lei dedicate perché tutto questo terreno era suo: il suo regno si estendeva dalla Toscana alla Lombardia. E' stata la prima regina d'Italia e forse avrai sentito nominare l'umiliazione di Enrico IV.

 

 

 

 

 

 

 A NILDE IOTTI (1920 - 1999) è dedicata una via che collega Piazza Lenin alla seconda via principale del paese.

 Prima donna ad essere eletta Presidente della Camera dei Deputati, tenendo la carica di deputata per tredici legislature in fila (e due rielezioni, nel 1983 e nel 1987) e diventando così il presidente più longevo in carica in questo ruolo, Nilde Iotti è nata a Reggio Emilia e spesso era a Cavriago.

 La via ricorda il suo impegno nella Resistenza e a favore delle donne, mai disatteso e sempre fermo, puntuale, deciso. Seppure avesse un cipiglio sempre severo, aveva a cuore le condizioni degli italiani e delle italiane e non ha mai dimenticato le sue origini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 Trovare la via dedicata a ROSINA BECCHI (1918 - 1987) non è stato affatto semplice.

 Ero nel mio paese, dove conosco ogni vicolo, eppure ho dovuto mettere il navigatore perché è vicina ad un grande centro commerciale, ma è una via che porta a condomini di nuova costruzione e il cui cartello è completamente coperto da una pianta.

 Rosina Becchi è nata a Cavriago ed era una partigiana combattente. Ha sopportato una vita di miseria e di repressione e ha deciso che doveva fare qualcosa per opporsi, rischiando anche la vita, se necessario.

 

 

 

 

 

 

 

 Trovare via ANNA FRANK (1929 - 1945) invece è stato semplice. La fotografia è abbastanza esplicativa... è la via del cimitero.

 La storia di Anna è molto nota per cui ti lascio alla lettura degli approfondimenti sottostanti per capire perché ha bisogno di una via a lei dedicata... anche se io le avrei dedicato una strada diversa e avrei lasciato al cimitero il nome che aveva (infatti in paese continuano a chiamarla "via del cimitero").

 

 

 

   

 

Fine. 8 vie dedicate alle donne in un paese da quasi 10mila abitanti. Poche. Ce ne vorrebbero altre. 

Ci sono partigiane famose, se non volessimo uscire dai confini locali: a Reggio Emilia, per esempio, c'è Via Genoeffa Cocconi, dedicata alla madre dei fratelli Cervi, tutti catturati e uccisi nel 1943, che offriva ai disertori la "pastasciutta antifascista". Ma anche maestre di scuola, operaie, donne politicamente impegnate e/o che si sono distinte nello sport e nell'arte.

A chi la dedicherei io? Probabilmente non sceglierei chi si è distinto e ce l'ha fatta, ma chi è vittima...mobbing, violenze fisiche e verbali, ingiustizia, discriminazione...perché i loro nomi non vengano mai dimenticati.

 

Queste "strade giuste", poche o tante che siano, raccontano storie di donne che bisognerebbe conoscere.

 

 Per la storia di Marie Curie consiglio il film "Radioactive" (2019, Marjane Satrapi) dove la scienziata è interpretata da Rosamund Pike.

 Nel 1893, a Parigi, Marie Sklodowska si lamenta con un professore per i suoi strumenti di laboratorio spostati e si sente rispondere che "occupa troppo spazio" ed è meglio lasciare il posto a una persona con meno richieste.

 Si ritrova senza un luogo dove studiare e lavorare, convinta di essere stata discriminata perché donna e perché polacca, ma decide di trovare da sola la sua strada, dicendo molti no e continuando a fare ciò che la appassiona.

 Incontra però Pierre Curie, uno studioso che apprezza le sue ricerche e si offre di condividere con lei il laboratorio. Marie misura le radiazioni dell'uranio, convinta che ci sia un elemento estraneo che altera i risultati. Lui le porta un elettrometro a quadranti e lei riesce a definire la radioattività e a scoprire due nuovi elementi, radio e polonio.

 Marie e Pierre, ormai sposati, pensano che la radioattività sarà utile per curare i tumori e salvare delle vite. Vincono il Premio Nobel (anche se solo lui andrà a ritirarlo), ma la paura è che questa scoperta finisca nelle mani sbagliate e sia usata per scopi non umanitari ma bellici.

 Marie è quindi accusata di essere "la sporca polacca che ha inventato un veleno" e perde finanziamenti e la possibilità di insegnare scienza alla Sorbona. Quando è candidata al Premio Nobel per la chimica le viene suggerito di non andare... ma Marie non si tira indietro: con l'aiuto della figlia e del Movimento Femminista di Stoccolma arriva in quella sala e riceve onori per aver parlato onestamente della "chimica dell'imponderabile".

 Userà le radiazioni per capire il grado di malattia dei soldati e prevenire inutili amputazioni e darà i soldi ottenuti coi premi per finanziare ambulanze. 

Il lavoro di Marie Curie ancora oggi salva vite umane.

 

  Per conoscere Anna Frank dobbiamo leggere le sue confessioni.

 Un diario, anzi, un semplice quaderno, viene regalato per il suo tredicesimo compleanno a una ragazzina. Per lei è un modo per mettere su carta i pensieri più segreti, quelli che non può raccontare all’amica che non ha (a causa delle restrizioni rivolte agli ebrei).

 "I miei genitori non danno alcuna importanza alle pagelle buone o cattive e si preoccupano soltanto che io stia bene di salute, mi svaghi e non sia troppo sfacciata": La sua famiglia è molto moderna e vive quel 1942 con la consapevolezza che la buona educazione sia alla pari della buona istruzione.

 "Pensavo che bisognava nascondersi e cacciavo nella borsa le cose più assurde": nel momento in cui le viene detto che è ora di andare nel rifugio segreto, prepara la valigia come se partisse per una vacanza…preferisce un arricciacapelli a qualche vestito in più.

 "Nel libro che sto leggendo vi si dice che Eva è indisposta: oh! Anch’io vorrei esserlo, sembra tanto importante!": Non ha ancora esperienza diretta delle mestruazioni ma ha già capito che si tratta di un passaggio fondamentale nella vita di una donna.

 "Non sono più la bambina viziata di cui si può ridere di qualunque cosa faccia. Ho ideali, idee e piani miei propri, ma non so ancora esprimerli con parole": Bastano 4 mesi di convivenza forzata e già si sente meno protetta e più indipendente.

 "Io, a dirla schietta, non sono molto soddisfatta che un estraneo usi la mia roba, ma bisogna soffrir qualcosa per la buona causa e mi adatto volentieri a questo piccolo sacrificio. [-] Se possiamo salvare qualcuno tutto il resto è secondario – dice il babbo, e ha perfettamente ragione".

"Mi sento cattiva, io che me ne sto in un letto caldo mentre le mie più care amiche sono state gettate chi sa dove o sono già morte. Che angoscia, pensare a tutti coloro con cui mi sono sempre sentita intimamente legata e che ora sono caduti in mano ai carnefici più crudeli che esistano! E tutto questo perché sono ebrei! [-] Ma devo piangere tutto il giorno? No, non posso, e bisogna pur che passi questa tristezza [-] Non ci resta che aspettare tranquillamente, fin che si può, la fine di questa miseria. Aspettano gli ebrei e aspettano i cristiani, tutto il mondo aspetta, e molti aspettano la morte [-] Una bomba non ci potrà fare a pezzi di più di quanto faccia questa inquietudine [-] La mia stilografica è stata cremata, proprio come vorrei io a suo tempo": Ciò che sta succedendo nel mondo fuori dal rifugio è inimmaginabile, ma lasciarsi andare alla disperazione non li aiuta a sopravvivere.

"Una volta che dormii con un’amica sentii un forte bisogno di baciarla, e lo feci. Vado in estasi ogni volta che vedo un nudo di donna, per esempio una Venere. La trovo tanto meravigliosa e bella che devo farmi forza per trattenere le lacrime. [-] Sono giunta al punto che non mi importa molto di vivere o di morire. Il mondo continuerà a girare anche senza di me e io non mi posso opporre al corso degli eventi. Peter Wessel e Peter VanDaan si sono fusi in un unico Peter, che è buono e caro e che io ardentemente desidero": Anche chiusa in un rifugio, Anna si fa domande sulla sua sessualità e sui suoi sentimenti.

"Ieri sera il ministro Bolkenstein disse da radio Orange che dopo la guerra si farà una raccolta di lettere e di diari di questa guerra. Naturalmente tutti mi volarono addosso, per quello che sto scrivendo io. Figurati come sarebbe interessante se io pubblicassi un romanzo sull’alloggio segreto [-] Se, nonostante tutte queste nostre sofferenze, alla fine restano ancor sempre degli ebrei, vuol dire che un giorno gli ebrei, anziché essere proscritti, serviranno da esempio": Lei ovviamente non lo sa, ma diventerà la scrittrice più famosa della Seconda Guerra Mondiale e il suo Diario supererà le barriere del tempo.

 

 Un buon modo per conoscere Nilde Iotti è vedere “STORIA DI NILDE”, una fiction (interpretata da Anna Foglietta) che racconta la storia della nostra più famosa partigiana e femminista, una delle prime 21 donne ad entrare nel Parlamento Italiano come costituente e deputata (rimarrà in carica per 12 legislature e verrà rieletta nel 1983 e nel 1987) e la prima a ricoprire la terza più alta carica dello stato come Presidente della camera, nel 1979.

 Nilde Iotti ha sempre preso molto sul serio il suo ruolo, non solo vestendosi con la sobrietà richiesta, ma anche applicandosi con zelo ai suoi discorsi, coi quali ha difeso le minoranze, parlando sempre di uguaglianza e di emancipazione, e garantito la massima trasparenza nell’ascoltare tutte le parti. Ha ottenuto l’inclusione nella magistratura combattendo i pregiudizi costituenti che affermavano che le donne sono troppo emotive e poco razionali ("Ti farai dei nemici", le dice Teresa Mattei, e lei risponde: "Ma anche tante amiche") e ha sempre parlato apertamente di divorzio e di aborto, insegnando a donne e ragazze a studiare e impegnarsi con dignità per realizzare i loro sogni e uscire dalla gabbia in cui il patriarcato le ha imprigionate.

La battaglia però più dolorosa da combattere per la Nilde Iotti “d’acciaio” è nella vita privata: si deve nascondere dagli sguardi di disapprovazione per la storia d’amore con Palmiro Togliatti, sposato e di trent’anni più vecchio di lei (neanche davanti a questioni di vita o di morte come l’attentato all’uomo nel 1948 le viene riconosciuto il ruolo di compagna di un leader di partito - in realtà vogliono indebolirla perché sanno che lei è molto più di questo), e deve rinunciare ad essere madre. I due però trovano il modo di poter vivere la relazione alla luce del sole e adottare una bambina, Marisa, che dirà: "La mia è una famiglia strana: c’è un marito che non è un vero marito, una moglie e madre che non è una vera moglie e madre e una figlia che non è una vera figlia, ma è una famiglia unita e felice". Un altro vero esempio di inclusione.

 Nilde Iotti è quindi il simbolo di una donna che ha sempre espresso il suo parere come “il prodotto esclusivo del suo pensiero” e che ha sempre saputo guardare oltre ogni pregiudizio in favore della libertà di scelta delle donne.

 Avere #LaStradaGiusta dedicata a lei è il minimo da fare per onorarla e sono fiera sia mia concittadina.