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 "Non vedo l'ora di avere 18 anni"... quante volte abbiamo pensato questa frase??

 Vediamo se indovino. 

 Tutte le volte che volevamo uscire e i genitori ci hanno detto di no.

 Tutte le volte che pensavamo al nostro futuro e non vedevamo l'ora che iniziasse.

 Tutte le volte che andavamo in giro in bicicletta o in motorino per il paese o per il quartiere e ci auguravamo di prendere al più presto la patente per poter viaggiare veramente dappertutto.

 Tutte le volte che volevamo bere una birra o un superalcolico o entrare in un locale dove bisognava essere maggiorenni.

 Passiamo l'adolescenza a sperare che arrivi quel giorno... quello dove finalmente avrai 18 anni.

 Se sei una ragazza, poi, il tuo immaginario è pieno di immagini prese dai cosiddetti "balli delle debuttanti" o "festa per il diploma". Se ci pensi bene ti vengono in mente almeno un film e una serie tv dove la diciottenne si veste bene, con un abito ampio e magari la coroncina sulla testa e arriva a prenderla il ragazzo dei suoi sogni, neopatentato, vestito in smoking col farfallino, che le porge dei fiori da appuntare sul polso, le apre la portiera della macchina e poi vanno a ballare dei lenti....scambiandosi un bacio in pista e magari terminando la serata al piano di sopra.

Un sogno. Una giornata speciale. Da ricordare. Per sempre.

E poi ci sono io.

Quella lì della foto, scattata proprio il 12 ottobre 1990, giorno del mio 18mo compleanno. Coi boccoli appena fatti e gli orecchini appena regalati pieni di monetine che pesavano tanto ma facevano un bel rumore.

Ma iniziamo da un po' di contesto.

Ultimo anno di liceo. E non ne potevo più della scuola, davvero, infatti non mi impegnavo tanto e avevo il diario pieno di brutti voti. La testa invece era piena di domande su quale università scegliere (lettere? il Dams? un'altra ancora?) e sul futuro del mondo (era caduto il muro di Berlino l'anno prima e ora la Germania era finalmente unita, mentre in Italia Achille Occhetto aveva appena deciso di cambiare il Partito Comunista Italiano in Partito Democratico della Sinistra).  Andavo in palestra per avere il fisico come quello delle top model che tanto ammiravo. Uscivo con le amiche e gli amici.

Con loro organizzai la festa per i miei 18 anni, che anziché essere raffinata come il ballo che ti ho raccontato somigliava di più a quella di una confraternita impazzita.

Non c'era alcol, eravamo a casa mia (invitati senza patente) e, a quanto mi ricordo, è successo più o meno questo:

- c'era talmente tanta gente che io me ne stavo sul balcone con la finestra aperta sul salotto (fortuna che non faceva freddo) per chiacchierare con tutti;

- a un certo punto un tizio è sparito in bagno con altri due o tre e la mia macchina fotografica per immortalare chi ce l'avesse più lungo (e io sono rimasta col fiato sospeso per una settimana pensando alla sicura figura di merda che avrei fatto con chi ha sviluppato le foto... ma per fortuna si sono limitati a riprendersi a vicenda in mutande facendo facce stupide);

- alcuni ragazzi si sono seduti sul cofano della macchina del vicino di casa (che per fortuna non ha visto nulla);

- la carta che avvolgeva i miei regali è stata ridotta in minuscoli pezzettini e buttata in cortile;

- abbiamo organizzato una partita di pallavolo in salotto (e io, anziché dire di smetterla, ho spostato i soprammobili perché si potesse fare schiacciate alla massima potenza senza rompere nulla);

- i miei genitori cercavano di dormire nella stanza adiacente, col muro che rimbombava anche per il volume alto dello stereo;

- il pavimento  di tutta la casa è rimasto appiccicoso per qualche giorno a causa dei dolci, delle patatine e delle bibite cadute a terra e calpestate.

Credo sia stato uno dei party più micidiali di sempre... ma, ecchecaspita, la festa dei 18 anni capita una volta sola nella vita!!!