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 "Voglia di rinascita"

 

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A guardarlo è bellissimo: bianco candido, rotondo, perfetto. Ad annusarlo invece è tremendo: sembrano scarpe lasciate marcire da qualche parte. Bisogna quindi avere pazienza, col tomino: aspettare che il contatto col fuoco renda l’interno morbido e liquido e che la grigliatura esterna ne smorzi l’effluvio.


Se non siete tipi che hanno tempo da perdere, apritelo (scegliendo un prodotto di qualità come quello piemontese: di Talucco, di Rivarolo, della Valle Varaita), farcitelo (per esempio albicocche disidratate e fichi secchi oppure una semplice salsa di pomodoro o addirittura olio tartufato) e gustatevelo tal quale, con la speranza che il profumo del ripieno copra il resto. A chi preferisce aspettare che sia il forno a compiere la magia suggerisco una farcitura di prosciutto di Praga, pere e gin.
Se invece temete che, aprendolo, la situazione peggiori, avvolgetelo nello speck o nella pancetta o nel prosciutto crudo o copritelo con un crumble di briciole di mollica, mandorle e rosmarino o un pesto di capperi e acciughe.
Per chi infine è convinto che “sappia ancora troppo di tomino” suggerisco di utilizzarlo come ingrediente. Mettendolo come cuore morbido di un flan di bietole. Mescolandolo, con robiola al tartufo, alle zucchine saltate, da spalmare su una crostata di pasta sfoglia poi coperta di un crumble di pangrattato, confettura di albicocche e nocciole. Spatolandolo sui crostini all’origano. Adagiandolo in un panino (con pasta di olive nere e pomodori alle erbe oppure tonno e petto di pollo) o su una pizza (il cui impasto è aromatizzato al basilico) con verdure grigliate o nell’hamburger. In una quiche di brisée con pancetta e rucola.

A tutti, ma proprio tutti, costoro io dedico qualche idea in più. Usare l’interno del tomino per mantecare un risotto giallo e il contenitore al posto del piatto. Lasciarlo riposare sott’olio con peperoncino, salvia, rosmarino, timo, aglio e olive nere. Squagliarlo e servirlo con patate lesse o salsa tartara o crescione. Sulla polenta. Sono sicura che non penserete più alla “puzza” e chiederete pure il bis!!! 

Coinquilin* di mangioscrivo