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 "Voglia di rinascita"

 

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 Questo post nasce dopo averletto un post della sempre accattivante Martina Liverani (adoro il suo modo di scrivere: è divertente, autoironica e sa dare ottimi consigli senza farli sembrare paternali) intitolato: "Ricette di cui le ragazze hanno davvero bisogno".

 Mi sono detta: sono una ragazza (...cresciuta, ma lo sono), mi piace cucinare, vediamo cosa mi serve.

 E, a parte una frase dell'introduzione (Una volta entrando nella cucina della chef Maria Grazia Soncini ho letto un biglietto appeso al muro con scritto "l'innovazione è una tradizione ben riuscita". Dunque le mie ricette sbagliate sono la mia nuova tradizione no? Sono quello che mi serve davvero sapere), con cui ovviamente concordo, il resto dell'articolo mi ha spinto a riflettere (ecco un'altra cosa che deve saper fare un bravo scrittore) e a farmi un esame di coscienza. Talmente profondo che non me lo potevo tenere per me, lo dovevo condividere. Ed ecco spiegato il perché di questo post, con un titolo che ricorda i manuali di auto-aiuto che tanto disprezzo (perché, se è auto aiuto, me lo devo creare da sola, mica leggerlo!...o no?), tanto per dimostrare a Martina che ho capito.


Dunque, nell'articolo si dice che le ricette di cui le ragazze hanno davvero bisogno sono essenzialmente cinque: il piatto che piace a tutti (standing ovation), il piatto che ti consola, il piatto last minute (o del salvataggio), un cocktail, il piatto di famiglia. .. cinque: .Ve lo avevo detto che dava da pensare!?!


1. Dev'essere un piatto che viene associato al mio nome e di cui la ricetta è indispensabile perché è segreta; se viene rivelata perderai ogni potere. Direi allora che è la cheesecake. Perché è la ricetta che mia mamma (a cui non piace cucinare) ogni volta che "è obbligata a portare qualcosa ad una cena" consegna nelle mani del "dittatore che gliel'ha commissionata" e che poi riscuote un incredibile successo. Così, le prime volte che cucinavo, portavo anch'io quella, visto che potevo contare sulla sua supervisione, e i miei amici l'adorano. In quanto alla segretezza della ricetta...non c'è, perché mia mamma l'ha ereditata dalla zia Giovanna, una maga in cucina che chissà a quanti altri l'ha spacciata (considerato che ha tre nipoti giramondo e quindi sicuramente in Grecia come in America c'è qualcuno che la prepara uguale)...però aggiro l'ostacolo presentandola ai miei ospiti in versioni sempre diverse: alla ricotta, al mascarpone, con le nocciole, col cioccolato, con le fragole...ho sicuramente più cheesecake che amici a cui proporle.
2. Il comfort food ti conforta quando sei triste, quando hai il cuore spezzato, quando vuoi rinfrancarti con il tuo sapore preferito...se non ce l'hai sei davvero spacciata! E allora, cara Martina, sono spacciata...perché per quando ho le paturnie tengo una tavoletta di cioccolato nascosta nell'armadio (ops! forse non dovevo dirvi dov'è...papà, se stai leggendo questo post dimentica quello che ho scritto!) e in dispensa non manca mai una bottiglia di tè o di succo o di latte di mandorla...ma la ricetta comfort food mi sa che mi manca.
3. Il piatto dell'ultimo momento ce l'ho, invece, in due versioni addirittura: con ospiti e senza. Con ospiti è la pastasciutta-con-quello-che-ho-in-casa, che può essere burro e amaretti (fanno un effetto "finti tortelli di zucca" che stupisce sempre chi l'assaggia), i formaggi (quattro, tre, cinque, due...non stiamo a sottilizzare sui numeri: considerati già fortunato/a che te la cucino), pomodoro e olive e/o tonno...qualcosa per condirla in frigo lo trovo sempre! Lo stesso dicasi per la versione senza ospiti (ovvero: sono a casa da sola e non ho voglia non solo di andare a comprare cibo ma nemmeno di cucinarlo): i toast; ho sempre in dispensa del pane in cassetta e possiedo un tostapane...posso preparare una cena completa, dall'antipasto al dolce, solo di toast!
4. Il cocktail! Mi piacerebbe saper miscelare alla perfezione un Mojito o un Cosmpolitan, che personalmente adoro...ma tutto quello che so fare è pestare limone (o lime) con lo zucchero, aggiungere ghiaccio, limoncello e tè al limone e servirlo con la cannuccia. Stop.
5. Parte del nostro essere donna-nutrice ci impone di tramandare le tradizioni di famiglia, anche quelle culinarie. Dunque scegliete una delle ricette del quaderno ingiallito di chi sta sopra di voi nell'albero genealogico e conservatela. Martina, quella che hai descritto con queste parole è la Torta di riso della nonna Rosina, la ricetta che non mi decido mai a cucinare tutta da sola ma che ho promesso (nel post Inspiration di cui vi lascio sotto il link) che avrei sdoganato...e lo farò, giuro.
Perché credo che sia stata lei a passarmi la passione per la cucina (visto che i miei genitori ne sono entrambi sprovvisti) per cui, alla fine di questo lungo esame di coscienza culinaria autoindottomi, direi che glielo devo, come espiazione ai miei continui rimaneggiamenti delle ricette...

Coinquilin* di mangioscrivo