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 "Voglia di rinascita"

 

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La seconda ondata del femminismo è degli anni '60 e '70.

 Anni di grande fermento e rivoluzione, dove le donne partecipano direttamente alla vita pubblica facendo sentire la propria voce, esattamente come era accaduto per il diritto al voto. Pensa solo che nel 1975 a Città del Messico viene patrocinata dall'Onu la Conferenza mondiale delle donne.

 Si lotta per far approvare leggi su parità di stipendio, pensione per le casalinghe, divieto di licenziamento in caso di matrimonio, accesso alle cariche pubbliche, divorzio, aborto... ma non ci si sente del tutto veramente libere.

 La campagna diffamatoria della prima ondata si ripresenta con più forza: sedativi e barbiturici sono permessi, pur di mantenere le donne "mansuete" e renderle felici di rimanere casalinghe dedite solo alla cura della famiglia. Devono in pratica rimanere sotto la campana di vetro che il patriarcato ha loro assegnato. 

 Ma è chiaro che questo approccio non funzionerà. Ormai le donne si sono accorte di non essere oggetti domestici per cui protestano vivacemente, nelle strade e nelle università, con scioperi e manifestazioni, oppure si ritrovano e discutono apertamente di ogni argomento, compresi sesso, divorzio e aborto (autocoscienza). 

Per quanto riguarda quest'ultimo, è interessante notare come in Gran Bretagna sono le donne più povere a voler interrompere le gravidanze, mentre negli Stati Uniti si tratta delle donne della working class, impegnate in settori quali commercio al dettaglio, sanità ed educazione primaria, a causa del salario troppo basso e delle giornate lavorative troppo lunghe. Che siano lavoratrici o meno, le donne non riescono a essere indipendenti e nemmeno a mantenere i figli, quindi preferiscono non averne.

In Italia invece, in questo periodo si parla poi in particolar modo di stupro con Gigliola Pierobon (che porta l'argomento in un'aula di tribunale), con Franca Rame (che lo trasforma in uno spettacolo teatrale), con Franca Viola (che rifiuta di sposare l'uomo che l'ha violentata) e col massacro del Circeo (il cui processo cerca di far cambiare la legge).

Leggi qui il massacro del Circeo

 

  "MRS. AMERICA" è un serial ambientato negli anni '70, durante gli scontri che riguardano l'ERA (Equal Rights Amendment), in 9 episodi.

 Ognuno di essi ha un nome che ben ne definisce i reali protagonisti e i luoghi, regalandoci eventi di storia recente che troppo poco vengono raccontati. A dar loro volto, alcune tra le più brave attrici del piccolo e del grande schermo. 

 1. Phyllis. Cate Blanchett è Phyllis Schlafly, casalinga, madre e moglie ma, essendosi sempre interessata di politica, pensa di occuparsi di una causa "minore", ovvero opporsi all'ERA e difendere il ruolo della donna nella famiglia americana.

 2. Gloria. Rose Byrne è Gloria Steinem, il volto delle femministe, scelta non solo per la sua bellezza ma anche per la sua intelligenza (dirige la rivista "Ms.") il cui obiettivo principale è far approvare la legge a favore dell'aborto.

 3. Shirley. Uzo Aduba è Shirley Chisholm, la prima donna di colore candidata alla presidenza: la sua figura è rilevante per la posizione che occupa, ma spesso le stesse femministe si chiedono se non sia più influente la parola di un uomo bianco.

 4. Betty. Tracey Ullman è Betty Friedan, che per il carattere irruente, i discorsi aggressivi e diffamatori e lo schierarsi sempre con molta fermezza, è spesso malvista non solo dalla stampa ma anche dal suo stesso gruppo (nonostante fu la prima a scrivere un libro sul femminismo)

 5. Phyllis & Fred & Brenda & Marc. Fred (John Slattery) è il marito di Phyllis, che vede pian piano perdere il suo potere a favore di quello della moglie in ascesa. Marc (Adam Brody) è invece il marito di Brenda Faigen-Fasteau (Ari Graynor) e i due sono i paladini della coppia aperta e paritaria.

6. Jill. Elizabeth Banks è Jill Ruckelsaus, Presidente della Commissione Nazionale a sostegno delle donne. Conosce la First Lady e sa come convincere i repubblicani, ma spesso viene messa a tacere. 

7. Bella. Margo Martindale è Bella Abzug: sempre in prima linea al senato e alle convention, è spesso costretta a fare da mediatore e prendere decisioni scomode sull'appoggiare la causa o le persone. 

8. Houston. È il luogo dove, nel 1977, si svolge il più grande raduno femminile della storia americana. Il serial ce lo mostra attraverso la sorprendente esperienza di Alice Macray (Sarah Paulson), la migliore amica di Phyllis. 

9. Regan. Il nuovo Presidente Usa è l'unico che può decidere se il cambiamento sarà attuato...ma qualcosa nella vita delle protagoniste è già cambiato.

 

 

 Negli anni Duemila, nessun∂ si sconvolge più di niente, eppure quando "PORCI CON LE ALI" uscì, nel 1976, suscitò scandali e feroci censure.

 La storia è semplice, quasi banale: è il diario di due liceali, Rocco e Antonia, che si innamorano. Tutto qui. Ma due elementi lo rendono differente da qualsiasi libro del genere: la politica e il sesso.

 La politica è raccontata attraverso le parole di chi crede in un ideale di comunismo e vede gli incontri come un momento di aggregazione e diffusione di messaggi di pace e di uguaglianza.

 Il sesso invece è più esplicito: raccontato con dovizia di dettagli...non anatomici, ma umani; sono quelle situazioni in cui tutt3 ci siamo ritrovati e ci ritroviamo ogni giorno e di cui non abbiamo "il libro di istruzioni".

A scrivere "Porci con le ali" sono Marco Lombardo Radice (medico, scrittore, educatore) e Lidia Ravera (scrittrice e giornalista), profondi conoscitori della psiche giovanile e dei fenomeni sociali del periodo.

Perciò consiglio di leggerlo (o di rileggerlo) magari anche coi figli adolescenti...è un'ottima scuola di vita e una bella apertura nei loro confronti.

"Io invece la felicità la voglio conquistare subito, e tutta diversa da quella che ci hanno proposto"

 

 

 Patti, Jane e Cindy vivono nella New York di fine anni ‘60 e lavorano a “News of the week”: Patti e Jane fanno le ricercatrici (verificano le fonti e stilano le domande, poi passano il tutto ai reporter, che scrivono e firmano gli articoli); Cindy invece scrive le didascalie per le fotografie.

 Sono indispensabili, perché senza di loro la notizia non esiste, ma il merito finale è sempre dei redattori maschi a cui sono “affidate”.

 Nessuna si è mai lamentata finché nell’edificio arriva Nora Ephron: se ne va pochi giorni dopo essere stata rimproverata per aver modificato un articolo (anche se ha ricevuto complimenti dal direttore) perché preferisce andare dove la sua voce sia ascoltata. 

 Questo evento scatena in Patti la voglia di scrivere. E fa pensare a Cindy (perché Nora glielo ha suggerito, durante un incontro riservato alle donne a cui le ha invitate) che il marito le buchi il diaframma per farla restare incinta e impedirle di diventare una scrittrice. Notano inoltre che i colleghi maschi fanno spesso commenti sul loro girovita e sono imbarazzati quando viene assunta “per sbaglio” una ricercatrice di colore.

In redazione, questa voglia di rivalsa preoccupa molto le altre redattrici, come Jane, che però è più concentrata sul futuro matrimonio (per il quale sta anche mantenendo la verginità), ma anche Wick, uno dei caporedattori, mentre Finn, che scrive gli editoriali, sembra invece molto interessato ad ascoltare la voce delle ragazze.

Patti e Cindy sono però ormai decise a intentare un reclamo alle Pari Opportunità (ed eventualmente anche una denuncia) contro il “News of the week” per discriminazione, ma hanno bisogno di una voce più forte che gridi per tutte loro…

(Genevieve Angelson, Anna Camp e Erin Drake sono Patti, Jane e Cindy nel serial “GOOD GIRLS REVOLT”, 1 stagione, 2015).