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 "Voglia di rinascita"

 

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 Ti ricordi quando, da piccol∂, giocavi con gli amici e le amiche e la mamma ti chiamava dal balcone per farti tornare a casa? Immancabilmente facevi finta di non averla sentita, almeno all'inizio, poi, all'ennesimo urlo, correvi e lei chiedeva: "Perché non rispondevi? Ero in pensiero!"

 Ecco, questo appena descritto è il prequel... il "come eravamo".

 Poi c'è stata l'evoluzione e adesso, con l'avvento della tecnologia, non solo a una mancata risposta stiamo in pensiero, ma ci creiamo pure i film dell'orrore.

Penso che una parte della responsabilità sia però da imputare ai bigliettini passati di mano in mano sotto banco, a scuola, e inviati all'innamorat∂. In quel caso lo scatto alla risposta era piuttosto immediato: lo leggevi in faccia se gli/le faceva piacere venire alla tua festa di compleanno o simili...all'istante.

Questo evento ha creato nella nostra mente un filo logico che dice: "Non ha bisogno di pensarci per rispondere. Quindi se non lo fa vuol dire che è impegnat∂ a fare altro con qualcun altr∂ e mi ignora sapendo che sto in pensiero perché ci gode che io stia tanto male". 

Un pensiero letale...peggio dell'invasione delle cavallette.

Perché mica ci si accontenta di questo...no no! Si cerca di colmare le lacune del ragionamento cercando di rispondere da sol3 alle domande: Cosa faceva? (e soprattutto) Con chi era? E qui la fantasia non ha davvero confini.

Inevitabilmente il primo pensiero è: "È con qualcun∂ che gli/le piace più di me e non può rispondere perché si stanno infrattando da qualche parte" (infrattarsi è un termine che uso da quando l'ho sentito pronunciare da Andie MacDowell in "Quattro matrimoni e un funerale" perché rende benissimo l'idea della scappatella veloce).

Il secondo pensiero invece mi piace chiamarlo modalità-Amélie, ovvero: "É stat∂ rapit∂ e/o gli/le  è successo qualcosa di terribile e/o ha perso il cellulare quindi non ha potuto ricevere né leggere il mio messaggio" (il quale diventa automaticamente di importanza vitale, anche se era solo un'emoticon con un sorrisino).

Il terzo pensiero è quella che noi definiamo "realtà", ovvero: "Mioddio proprio oggi mi è saltata la connessione internet: chiamate tutti gli elettricisti del mondo a mettere a posto proprio la mia linea, presto!!!"

Sembrano fantasie paranoiche, lo so. Anzi, lo sono.

Ma ho letto che il 35% degli italiani guarda il cellulare entro 5 minuti dal risveglio, mentre il 55% lo fa entro 15 minuti... e che un uomo controlla lo smartphone fino a 50 volte al giorno. Perciò noi donne abbiamo ragione a stare in pensiero!!

Io però non mi fido di ciò che leggo perciò ho chiesto in giro: la risposta più frequente al "Perché non rispondi?" è: "Non so dove l'ho messo" ma credo fosse una bugia, mentre nella loro testa esplodeva la domanda: "PERCHE' ME LO CHIEDE??? MI STA ACCUSANDO DI QUALCOSA, FORSE??".

In realtà io lo so che gli uomini hanno tempi di risposta diversi dai miei...e allora perché, e ripeto, perché continuo a pensare sempre e solo al peggio????

Okay, delle insicurezze femminili parliamo in un altro post... che è meglio!

Coinquilin* di antinnocenza: