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 "Voglia di rinascita"

 

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Lo avevo sentito nominare solo nei film e nei serial americani.

 Sta nella dispensa di tutti ed è la colazione perfetta (con pane e confettura) e, assieme al gelato, la consolazione maggiore per tutti i problemi di cuore. Nonché talmente irresistibile al punto che Brad Pitt, la morte reincarnata di “Vi presento Joe Black”, una volta scoperto non ne può più fare a meno…

 Quando perciò l’ho visto al supermercato, l’ho acquistato senza pensare al prezzo e, una volta arrivata a casa, l’ho assaggiato prima ancora di mettere i surgelati in freezer. Era morbido e goloso, come la più classica delle creme spalmabili…certo, un tantino “allappante” sul fondo, ma quel profumo di arachidi mi ha fatto dimenticare ogni suo possibile difetto.

 Dopo averne mangiato un vasetto intero a cucchiaiate, col secondo ho iniziato a fare esperimenti. L’ho spalmato (non addosso, come sembra abbia fatto Iggy Pop al Cincinnati Pop Festival del 1970) ma sul pane, completando con la confettura di albicocche (ma era buono anche con la marmellata d’arance). L’ho usato per i muffin, con gocce di cioccolato (ma voglio provare anche sostituendo queste ultime con una barretta al mou e cioccolato). L’ho cotto con panna, sciroppo d’acero e cioccolato al latte per creare una salsina per il gelato. L’ho frullato con rum, miele, latte e me lo sono bevuto. L’ho mescolato agli ingredienti dei miei biscotti. Ho aggiunto panna acida e l’ho messo come frosting per dei cupcakes alla banana, decorando con zuccherini colorati.

 Mi piacerebbe però usarlo anche, con zucchero di canna, curry in polvere, salsa di soia, succo di lime, aglio e peperoncino fresco, per marinarvi i gamberi (o il pollo o il galletto), da servire con una salsa preparata con gli stessi ingredienti, aggiunti di latte di cocco, panna, zenzero, brodo di pollo e coriandolo. O nei cantucci, con noci al posto delle mandorle. O nella crema di una cheesecake, con arachidi tritate insieme al burro nella base e topping di ganache al cioccolato. Nel famoso “toast di Elvis Presley”, con banane, miele e crema alla cannella. Nel ripieno (con ricotta, peperoncino, caffè solubile, scaglie di cioccolato e nocciole tostate) dei tortellini fritti. Nel condimento (con taccole, germogli di fagiolo, peperone rosso, cipollotti, coriandolo, olio all’aglio, salsa di soia, chili dolce e succo di lime) dei noodles. Nei brownies, variegati con confettura di frutti rossi (lamponi, fragole, ribes o ciliegie). Nel burger di fagioli, con paprika e porri.
M’immagino al sua morbidezza racchiusa in un guscio di cioccolato fondente. Il suo gusto intenso in un savarin di formaggio spalmabile. La sua nota leggermente salata in una crema (con latte, cumino, scalogno e pomodoro) che accompagna crocchette di patate e groviera. Il suo carattere a dare sprint a verdure bollite quali crescione o broccoli o asparagi o spinaci.
Ho letto poi di varie ricette in cui il burro d’arachidi è protagonista: il Maafe ountou tiga (polpette in salsa di arachidi) in Guinea, il Seafood stew (frutti di mare agli aromi) in Somalia, la Shorba (zuppa di verdure) in Sudan, il Pollo al burro d’arachidi e latte di cocco con riso alla papaia, nonché il Plasas (stufato di carne e spinaci) in Sierra Leone, il Mafé vegetariano in Senegal, il Poulet aux plantains (Pollo alle banane) in Camerun, il Rice and peas (riso e fagioli) in Tanzania, il Poulet aux cacahouettes (pollo alle arachidi) in Congo, il Saté ayam (spiedini di pollo in salsa di arachidi) in Indonesia.
Ho già capito: la strada dei possibili esperimenti culinari col burro d’arachidi che devo percorrere è ancora lunga…meglio quindi avviarmi verso il negozio per farne una bella scorta! 

Coinquilin* di mangioscrivo