Al fine di fornire la migliore esperienza online questo sito utilizza i cookies.

Utilizzando questo sito, l'utente accetta l'utilizzo dei cookies.

Newsletter !!!

 

 "Voglia di rinascita"

 

Leggila qui 

 

 

0
0
0
s2sdefault


 

Alzi la mano chi pensa di essere sensibile! Immagino lo abbiate fatto tutt∂. Ma alcuni di voi mentono...inconsapevolmente, certo, ma mentono.

La sensibilità non è piangere per la perdita di una persona cara, per un tradimento, per una delusione...o davanti a un film. Quella davvero ce l'abbiamo tutt∂ (e se non l'avete iniziate a domandarvi cosa vi abbia indurito a tal punto).

La sensibilità è saper osservare. Non usando solo gli occhi, ma scrutando con discrezione ma attentamente, utilizzando tutti i sensi a nostra disposizione.

La menzogna più grande che raccontiamo in pubblico ogni giorno è rispondere "Bene" quando ci chiedono "Come va?". Raccontiamo una bugia perché non tutt∂ sono in grado di capire quello che proviamo davvero....perché non ci conoscono abbastanza.

Ma spesso non c'è bisogno di essere un membro della famiglia o un ver∂ amic∂ (e nemmeno loro sono infallibili) per capire che è una bugia....basta osservare.

E, se scopriamo che chi ci sta di fronte sta mentendo, avere l'accortezza di chiederci mentalmente se ciò che stiamo per dire, riguardo la nostra vita, sia davvero più importante di quello che abbiamo intravisto.

Ma, che lo sia o non lo sia, dobbiamo comunque avere rispetto dei suoi sentimenti, perché sta portando un fardello, come lo stai portando tu...non importa se sia più o meno pesante (non è una gara)....lo avete entrambi, perciò almeno un pizzico di sensibilità bisogna averlo.

Lo so, capita a chiunque di avere bisogno di buttare la propria vita addosso a qualcun∂: che sia la prima persona che vedi o i tuoi cari, lo facciamo ogni giorno, consapevolmente o meno. E, purtroppo, spesso, dopo esserci sfogat∂ per bene, se (non posso dire "quando" perché spesso siamo troppo pres∂ dalla nostra persona per guardare oltre) chiediamo al nostro interlocutore "Come va?" e se la risposta è "Bene", nemmeno ci preoccupiamo se sia vero o no.

A volte capita che decidi di non mentire del tutto e rispondi: "Be...è un periodo particolare". Ed ecco che molto probabilmente ti arriva una seconda mazzata sul groppone, con la risposta: "Ma i tuoi non sono problemi seri....non come me che la mia vita è blabla bla bla"

Non esiste una scala di serietà di un problema...un problema è serio quando viene percepito come serio.

Invece noi deridiamo, sempre e chiunque: per come porta i capelli, per come si veste, per il peso, per come parla, per come si comporta...giudichiamo dopo una semplice occhiata sommaria condannando chiunque dall'alto della nostra sbandierata sensibilità. 

E poi c'è la sensibilità femminile. Sì, esatto, quella delle vignette sui social in cui chiedono a noi donne "Cos'hai?" e noi rispondiamo "Niente" e poi ci incazziamo a morte perché nessuno insiste nel chiederlo. Quella è una prova, #sappiatelo.

Se non insisti vuol dire che non ti importa; se insisti invece mi hai osservato (non c'è bisogno di guardarsi in faccia...conosco un uomo che lo capiva da come scrivevo "buongiorno") e ti sei accort∂ che sto troppo male e/o son troppo delusa per buttare fuori ciò che provo al primo colpo...per cui ci devi riprovare.

Si chiama "sensibilità femminile" perché, la maggior parte delle volte, se gli uomini dicono "Niente" è davvero così, altrimenti se ne lamentano immediatamente: non nascondono nulla (cosa che gli invidio, la maggior parte delle volte) o quasi....forse sono più forti di noi...che ne so!!!

Che vi troviate comunque di fronte ad un uomo o ad una donna, osservate, come parlano e come si muovono e che "aria" li circonda. Una maggiore sensibilità spingerebbe tutt∂ ad avere più fiducia e a vedere gli altri non come potenziali nemici, ma, come diceva Yeats, come amici che non abbiamo ancora conosciuto. E questo cambierebbe la prospettiva sul mondo in modo definitivo.

Coinquilin* di antinnocenza: